In questo articolo esploreremo l'importanza di Leo Strauss nella società moderna. Leo Strauss è un argomento che ha suscitato grande interesse in diversi ambiti, dalla politica alla cultura popolare. Nel corso della storia, Leo Strauss ha svolto un ruolo cruciale nel modo in cui le persone si relazionano tra loro e con il mondo che le circonda. In questo senso Leo Strauss non è solo un argomento di interesse accademico, ma ha anche implicazioni pratiche nella vita di tutti i giorni. Attraverso un'analisi dettagliata di Leo Strauss, saremo in grado di comprendere meglio la sua influenza sulla nostra società e sullo sviluppo dell'umanità.
Leo Strauss (Kirchhain, 20 settembre 1899 – Annapolis, 18 ottobre 1973) è stato un filosofo tedesco naturalizzato statunitense.
Filosofo politico di origini ebraiche, divenne cittadino statunitense in seguito alla fuga dalla Germania a causa delle persecuzioni razziali. Il fulcro di molti dei suoi testi è la filosofia e la storia della tirannia.
Il suo cammino intellettuale fu profondamente influenzato dal clima culturale della Germania di Weimar e si concentrò sull'analisi della crisi dell'Occidente, influenzato in questo dall'interpretazione nietzschiana della crisi della modernità. Nel 1921 si laureò all'Università di Amburgo con una tesi sulla teoria della conoscenza di Jacobi, sotto la direzione di Ernst Cassirer.
Rimase affascinato e profondamente influenzato dal pensiero di Martin Heidegger, del quale seguì le lezioni all'Università di Friburgo in Brisgovia. Applicò il metodo heideggeriano di decostruzione storica dei principi della modernità sin dal suo primo saggio su Spinoza (Die Religionskritik Spinozas, 1928). Alla fine del suo percorso, Strauss divenne critico nei confronti di Heidegger che definì lo "storicista più radicale di tutti".
Fu allievo e poi collaboratore di Carl Schmitt, filosofo e scienziato della politica, importante giurista che fornì a Hitler il quadro giuridico per l'introduzione delle misure di emergenza che i nazisti inaugurarono all'indomani dell'incendio del Reichstag, il 27 febbraio 1933. Sfuggì alla persecuzione nazista, grazie a una Borsa di Studio della fondazione Rockefeller nel 1932, per lo studio di Hobbes, che gli permise di emigrare in Inghilterra. Determinante per la vincita del concorso fu il sostegno di Carl Schmitt.
Al momento in cui la fuga del giovane filosofo ebreo interruppe la loro collaborazione, Strauss e Schmitt lavoravano assieme all'università su quella teoria dello Stato totalitario che negli anni trenta era maggioritaria. Strauss cessò di avere contatti con lui dopo aver lasciato la Germania.
Strauss diffidava di ogni filosofia della storia che valorizzasse l'idea di progresso: la lezione di Nietzsche, da lui profondamente assimilata (un altro tratto di profonda vicinanza ad Heidegger) lo portava a disprezzare ogni forma di storicismo e di ottimismo metafisico circa l'umanità. Strauss si rivolse a Platone. Nella visione straussiana del potere e del problema politico va sottoposta a critica sia l'ideologia democratica, sia - e soprattutto - l'ideologia liberale, che si mostrano strutturalmente incapaci di subordinare la tecnica alla morale, favorendo, con il loro relativismo, l'insorgere di un disordine sociale e di un ritorno alla barbarie politica e che ostacolano il formarsi di oligarchie illuminate ancorate alla convinzione che valore e idee precedono e fondano il divenire storico e lo strutturarsi della polis. Leo Strauss fu un lucido oppositore del relativismo e dello storicismo oggi imperanti.
Per tutti gli anni venti e trenta si concentrò su testi propriamente "ebraici", approfondendo Spinoza e Maimonide. Una portata forse più dirompente, già dal 1930, assunse lo studio di Hobbes, nel quale vide il fondatore della filosofia politica moderna e attraverso le cui letture tornò indietro alla filosofia politica classica, a Platone in particolare. Nel 1935 pubblicò The Political philosophy of Hobbes. Quindi, appare evidente sin dall'inizio l'orientamento teologico-politico degli studi straussiani. Oltre a Platone e Schmitt, alcuni critici hanno sostenuto un'impronta del filosofo cattolico reazionario Joseph de Maistre sul pensiero di Strauss.
Egli stesso considerò una cesura nel proprio cammino filosofico la "riscoperta", sul finire degli anni trenta, della scrittura reticente, ovvero della costruzione della filosofia come insegnamento esoterico, riservato agli iniziati.
Nel 1937 Strauss si trasferì negli Stati Uniti, prima come ricercatore alla Columbia University, poi come docente in corsi superiori post laurea (Graduate Faculty of Political and Social Science) alla New School for Social Research a New York . Negli USA Strauss non insegnò mai in una facoltà di filosofia, ma solo in facoltà di Scienze politiche, e questo spiega l'influenza che in seguito ottennero le sue dottrine all'interno delle istituzioni governative. In questi anni approfondì gli studi sulla scrittura reticente, attraverso i testi di Senofonte, arrivando a formulare la sua ermeneutica della reticenza, che espose in Persecution and the Art of Writing del 1941.
Applicando questa visione del lavoro filosofico alla teoria e alla prassi politica Strauss interpretò cultura e moralità come un prodotto umano dei filosofi/profeti. Strauss promosse un particolare tipo di sapiente: il filosofo legislatore. Dal momento che la verità è oscura e sordida, essa deve essere riservata alle élite. Ma in pubblico, il filosofo deve fingere di credere ai miti e alle illusioni, orditi ad uso delle moltitudini. Deve diventare un paladino dell'immutabilità della verità, dell'universalità della giustizia, della bontà disinteressata, anche se segretamente insegna ai suoi adepti che la verità è costruita, la giustizia favorevole all'amico e avversa al nemico, e che il solo bene è l'appagamento. Tutti i grandi filosofi sono stati degli scrittori esoterici, con un doppio messaggio, uno di salvezza per la massa, uno di potere per la minoranza.
Applicando il modello della scrittura reticente al dialogo di Platone La Repubblica Strauss arrivò a negare ciò che tutti danno per scontato ovvero che Socrate fosse il portavoce di Platone. Strauss, nel suo libro The City and Man sostenne che il pensiero vero di Platone fosse in realtà quello espresso da Trasimaco. Di conseguenza, sembra che Strauss condividesse le opinioni di Platone/Trasimaco che la giustizia sia semplicemente espressione dell'interesse del più forte; che chiunque sia al potere faccia le regole a proprio vantaggio e le chiami giustizia. Leo Strauss difese ripetutamente il realismo politico di Trasimaco e Machiavelli.
Dal 1949 fu a Chicago, al Dipartimento di Scienza Politica, e nel 1953 pubblicò Natural Right and History, in cui la sua polemica contro lo storicismo e il positivismo, in favore della tesi della superiorità degli antichi sui moderni, si avvaleva di nuove interpretazioni di Max Weber, John Locke e Machiavelli. A quest'ultimo assegnava il ruolo di fondatore della filosofia politica moderna. Le opere della maturità approfondirono i dialoghi platonici e senofontei, in particolare la questione del rapporto tra vita filosofica e vita politica, della quale questione la vita di Socrate gli appariva essere il simbolo.
Lo storico Gordon S. Wood considera l'impatto di Strauss sulla vita intellettuale americana come il "più ampio movimento accademico del XX secolo". Gli straussiani hanno elaborato e continuano ad elaborare le dottrine di punta del movimento neoconservatore americano.
I discepoli di Strauss occupavano già delle importanti posizioni nell'amministrazione Ronald Reagan e George Bush padre, così come nel Partito Repubblicano: Paul Wolfowitz (che ha studiato sotto Allan Bloom, l'alter ego di Strauss all'Università di Chicago), controverso presidente della Banca Mondiale per circa due anni, prima di doversi dimettere per vicende gestionali interne, Set Cropsey, portavoce di Caspar Weinberger, John T. Agresto, vicedirettore del "National Endowment for the Humanities", Carnes Lord, del Consiglio Nazionale di Sicurezza, Alan Keyes, vicesegretario dell'" International Organization Affairs", il giurista Robert Bork e il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas, William Bennet, ex segretario all'Istruzione e William Kristol, Capo di gabinetto del vicepresidente Dan Quayle.
Tra gli straussiani di rilievo nell'amministrazione di George W. Bush, il vicesegretario alla Difesa Paul Wolfowitz. Al Pentagono Wolfowitz ha presieduto il direttorato delle politiche d'intervento militare, costituito da: elementi della burocrazia di carriera; esperti "politici" incaricati dall'amministrazione di turno, e da ufficiali provenienti dai quadri militari. A Strauss fa riferimento anche il capo dello staff del vice presidente Dick Cheney, I. Lewis Libby, detto "Scooter", eminenza grigia all'interno del "consiglio di sicurezza ombra" dell'Old Executive Office Building, l'edificio più prossimo alla Casa Bianca. Libby è più conosciuto dal grande pubblico per aver pubblicizzato il nome dell'agente "coperto" della CIA Valerie Plame, una ritorsione politica ordinata da Cheney; per questo Libby è stato condannato a due anni e otto mesi per quattro diversi reati, pena immediatamente commutata da George W. Bush utilizzando la grazia presidenziale. Donald J. Trump gli ha concesso un perdono presidenziale pieno (con rimozione della condanna) nell'aprile del 2018 e Libby ha la fedina penale immacolata, senza aver mai scontato un solo giorno di prigione, pur essendo il detentore della carica più alta all'interno della Casa Bianca ad essere stato condannato, dopo il Consigliere alla Sicurezza Nazionale di Ronald Reagan John Poindexter, nel corso dello scandalo Iran-Contra.
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