Nell'articolo di oggi parleremo di Manlio Dazzi. Manlio Dazzi è un argomento che ha catturato l'attenzione delle persone di tutto il mondo, suscitando grande interesse e generando numerosi dibattiti. Fin dalla sua nascita, Manlio Dazzi è stato oggetto di studi e ricerche, generando importanti progressi nella nostra comprensione di questo argomento. In questo articolo esploreremo i diversi aspetti di Manlio Dazzi, analizzando il suo impatto sulla società, la sua evoluzione nel tempo e le possibili implicazioni future. Siamo entusiasti di addentrarci in questo affascinante mondo e saperne di più su Manlio Dazzi.
Manlio Torquato Dazzi (Parma, 17 aprile 1891 – Padova, 31 luglio 1968) è stato un bibliotecario e poeta italiano.
A causa del continuo spostarsi del padre per motivi lavorativi, Dazzi studiò dapprima a Piacenza, successivamente a Padova, per poi continuare il liceo classico a Sassari. Ritornò a Padova dove conseguì la laurea in lettere nel 1913. Completati gli studi, l'anno successivo diresse, ancora giovanissimo, la Biblioteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, ruolo che manterrà fino al 1920. Allo scoppio della Grande Guerra, partì volontario. L'esperienza inizialmente fu difficile: nel 1915, infatti, a causa di una ferita, cadde prigioniero degli austriaci sull'Altopiano di Asiago. Dopo aver vissuto quasi un anno nel campo di prigionia, nell'aprile del 1916 tornò al fronte, sul Carso e sul Bainsizza, dove ottenne una medaglia di bronzo al valore. Finito il conflitto, venne chiamato nel gennaio del 1921 a dirigere la Biblioteca Malatestiana di Cesena, compito che svolgerà fino al 1926. In parallelo, sempre a Cesena, insegnò storia dell'arte ad un Liceo classico. Dopo Cesena, venne chiamato dal conte fascista Pietro Orsi, il quale rivestiva la carica di membro effettivo dell'Istituto Veneto a dirigere la Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, succedendo al bibliotecario Arnaldo Segarizzi. Sempre a Venezia, proseguì la carriera di insegnante al Liceo artistico e di docente di estetica nell'Istituto universitario di architettura. Dal 1931 al 1935 diresse la rivista "Ateneo veneto", espressione dell'ateneo di cui ne fu segretario fino al 1936, successivamente fuggì in Svizzera, in quanto antifascista, durante l'occupazione tedesca dopo l'armistizio di Cassibile.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 17312905 · ISNI (EN) 0000 0001 1600 5226 · SBN RAVV026561 · BAV 495/149928 · LCCN (EN) n80007981 · GND (DE) 119385449 · BNF (FR) cb12424904c (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n80007981 |
---|