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Repubblica della Valsesia | |
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Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | italiano |
Lingue parlate | Valsesiano, Ossolano, Insubre, Piemontese |
Inno | Valsesia! Valsesia! |
Capitale | Varallo |
Dipendente da | CLNAI "Delegazione Lombardia" |
Politica | |
Forma di Stato | repubblica partigiana |
Forma di governo | zona militare sotto commissario di guerra |
Nascita | 11 giugno 1944 con Cino Moscatelli |
Fine | 25 aprile 1945 con Cino Moscatelli |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Italia settentrionale |
Territorio originale | Valsesia |
Popolazione | 60.000 persone + 20.000 sfollati nel 1944 |
Economia | |
Valuta | Lira italiana Am-lira |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cattolicesimo |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Repubblica Sociale Italiana |
Succeduto da | Regno d'Italia |
La Repubblica della Valsesia fu la seconda repubblica partigiana sorta nel Nord Italia. Venne proclamata l'11 giugno 1944 e durò con vicende alterne fino al 25 aprile 1945.
Il territorio liberato comprendeva tutta le valli del fiume Sesia, da Alagna Valsesia ai piedi del Monte Rosa fino a Romagnano Sesia/Gattinara; la Val Grande da Alagna Valsesia a Varallo, la bassa valle fino a Serravalle Sesia, la Morenica fino a Romagnano Sesia/Gattinara e le tre valli laterali: Val Sermenza, Val Mastallone e Val Sessera. Confinava con il Biellese, la Valle del Lys, la Valle Anzasca, il Novarese e il Vercellese.
"...la Resistenza in Valsesia ebbe inizio la sera stessa dell'armistizio quando, con a capo il primo cittadino, Cav. Osella, si era formato a Varallo il Comitato Valsesiano di Resistenza (ne facevano parte anche l'avv. Barbano, Peter Grober, Ezio Grassi e l'avv. Balossino) ... l'11 settembre il Comitato nominava Cino Moscatelli, da tempo presente nell'organizzazione clandestina del PCI, e 'Ciro' (Eraldo Gastone) al comando dell'organizzazione militare della Valsesia; incaricandoli di sovraintendere ai primi centri di raccolta subito formatisi in alcune località della valle: alle Piane, a Campertogno, al Briasco e a Camasco ..."
Ancora oggi, la storia della "repubblica" della Valsesia (denominata così dal CLNAI, al contrario di Moscatelli che la chiama "Zona libera") viene metodicamente adulterata dall'ANPI e da alcuni storici locali. è comunque storicamente assodato che, al di fuori di ogni dubbio, Moscatelli fosse contrario (e lo dimostrò nei giorni della Repubblica dell'Ossola ) ad ogni forma repubblicana " e che per questo non ne avrebbe lasciato sicuramente memoria. Negli ultimi anni, storici, scrittori e ricercatori della tematica, stanno dipanando il velo coprente che è stato steso nei primi anni del dopoguerra, dagli stessi personaggi che dicevano di battersi per queste libertà, astenendosi da un revisionismo sterile, ma rileggendo obbiettivamente sia il carteggio tra CLNAI e la Divisione Valsesia , sia le pubblicazioni della stampa clandestina dell'epoca(La Stella Alpina)
La "zona libera" nasce sotto il segno della preoccupazione e dell'attesa del contrattacco nemico; non viene presa in considerazione l'ipotesi di un governo dei CLNAI. (Quindi in pieno contrasto con le direttive del CLNAI dell'aprile 1944). In molte località il podestà (quando è un ‘buon uomo’) non viene nemmeno sostituito e continua la sua attività con il nome di Commissario. Viene istituita una figura molto importante quella del Commissario civile che ha, tra gli altri, il delicato compito di controllare tutte le aziende e le fabbriche. Con gli industriali viene sancito un accordo di ‘protezione’ che, da una parte, vieta loro di lavorare per i tedeschi e di versare tasse al Governo di Salò, dall'altra, assicura alle fabbriche la possibilità di lavorare indisturbate senza che vengano compiuti atti di sabotaggio da parte dei partigiani. Per quanto riguarda la Giustizia, il 28 giugno 1944 si decide di affiancare al Pretore un Commissario giudiziario che aveva una funzione di controllo e viene deciso che tutte le sentenze vengano emanate in nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Durante il periodo della “zona libera” i servizi civili (poste, telefono, comunicazioni) continuano a funzionare normalmente. Si procede ad abolire gli ammassi che erano stati imposti dalla Repubblica Sociale; viene stabilito il controllo sulla vendita e sui prezzi dei generi contingentati; si aumentano le razioni alimentari, le quantità di legna e degli altri prodotti sottoposti a requisizione da parte dei tedeschi. Durante la “Repubblica” ci sono anche numerose iniziative pubbliche: il 23 giugno 1944 a Varallo si tiene una conferenza su un ‘tema patriottico’; il 25 luglio, sempre a Varallo, alcuni giorni dopo il contrattacco in seguito ai rastrellamenti dei nazifascisti del 2-19 luglio si assiste a un concerto della Banda musicale. A Borgosesia si provvede alla requisizione di alcune ville che vengono adibite a colonia per i bambini e a ricovero per gli anziani. Viene organizzato un ambulatorio per i civili nel quale prestano servizio gratuito alcuni medici partigiani; sempre per quanto concerne la sanità ci si appoggia anche agli ospedali di Varallo e Borgosesia. Vengono anche predisposti dei corsi rapidi per infermieri in modo da utilizzare tutti i giovani affluiti al Comando e ancora privi di armi. Dal punto di vista militare durante il periodo della “Valsesia libera” si procede alla copertura della zona: viene istituito il Battaglione ‘Volante Rossa’ che è dotato di automezzi, ben armato e può spostarsi velocemente e difendere così la Valle. Nelle fabbriche si organizzano mense aziendali e mense per disoccupati e bisognosi; funziona anche un ‘ufficio artistico’ di Divisione che si occupa dei progetti delle mostrine (stella alpina su campo rosso e blu, che verranno distribuite durante il mese di agosto 1944), dei bracciali per i vari corpi, di francobolli, cartoline, cartelloni di propaganda, ecc.
La zona operativa "Valsesia" del Corpo volontari della libertà, avente competenza anche per l'Ossola e il Cusio, era diretta da un Comando zona alle cui dipendenze operavano le brigate "Garibaldi" (e relativi reparti dipendenti) inquadrate in quattro divisioni.
Le formazioni garibaldine erano così strutturate: le squadre erano composte da dieci-quindici uomini; tre squadre formavano un distaccamento, tre distaccamenti un battaglione, tre battaglioni costituivano una brigata, tre brigate formavano una divisione.
Qui di seguito si riporta l'elenco delle divisioni e brigate e dei relativi comandi:
Presenti in Valsesia ma inquadrati nella 1ª Divisione d’assalto “Garibaldi”
Nate a fine agosto del 1944, vennero ordinate in 15.000 pezzi ad una ditta di Milano da Vincenzo Moscatelli tramite il fratello di Eraldo Gastone, rispettivamente commissario politico e comandante del raggruppamento Divisioni Valsesia, Ossola, Cusio e Verbano. La ditta rispose che non si sentiva sicura a produrle temendo per l'incolumità dei propri operai, poiché il rischio di ritorsione nazista era troppo alto. Si pensò quindi di aggirare l'ostacolo facendole simili a quelle dei gebirgsjager tedeschi: differenti solo per avere sullo stelo una fogliolina in più e una più corta, e il polline, al centro, non dorato. Se si fosse verificato un controllo, l'azienda avrebbe potuto far passare l'ordinazione per una richiesta della Wehrmacht. I garibaldini della Valsesia e dell'Ossola ebbero così le loro mostrine.
Valsesia! Valsesia!
Il canto partigiano Valsesia Valsesia la cui melodia deriva da Dalmazia, Dalmazia, è una vecchia canzone cantata prima dagli arditi e poi dai dannunziani. Essa fu utilizzata e divenne l'inno della Divisione San Marco della Xª MAS. In seguito, i partigiani della Valsesia la rielaborarono, tanto che essa divenne l'inno della "Divisione Valsesia" e una delle canzoni più conosciute della zona.
«Quando si tratta di attaccare
noi del Moscatelli siamo i primi
tutti si fermano a guardare
tutti si affacciano ai balcon
Contro i tedeschi e repubblichini
combatteremo siam partigiani
ai nostri monti l'abbiam giurato
dobbiamo vincere o morir
Valsesia ! Valsesia !
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà
Quando si tratta di attaccare
Quelli del Pedar sono i primi
tutti cominciano a sparare
e dalla Valsesia vincerem
A Moscatelli l’abbiam giurato
Ai nostri morti gridiam così
Ai nostri monti l’abbiam giurato
Vogliamo vincere o morire
Valsesia ! Valsesia !
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà
Valsesia ! Valsesia !
cosa importa se si muore
questo è il grido del valore
partigiano vincerà»