Seconda declinazione latina

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Voce principale: Grammatica latina.

La seconda declinazione della lingua latina comprende sostantivi per lo più maschili e neutri caratterizzati dalla vocale tematica ŏ e dall'uscita in -i del genitivo singolare.

La seconda declinazione può essere riassunta in tre gruppi fondamentali, a seconda della terminazione del nominativo singolare: sostantivi maschili e femminili in -us, sostantivi maschili in -er o -ir e sostantivi neutri in -um.

Nomi maschili e femminili in -us

Comprende sostantivi di genere maschile o femminile (vedi sotto per un elenco). I nomi in -us della seconda declinazione sono gli unici, salvo rare eccezioni, ad avere il vocativo singolare diverso dal nominativo (desinenza -e invece di -us).

Qui è mostrata la flessione del sostantivo amicus, -i ("l'amico").

Caso Singolare Plurale
Nominativo amīcŭs amīcī
Genitivo amīcī amīcōrum
Dativo amīcō amīcīs
Accusativo amīcŭm amīcōs
Vocativo amīcĕ amīcī
Ablativo amīcō amīcīs

I sostantivi femminili più comuni sono:

  • alcuni nomi di piante come pōpŭlus, -i («il pioppo», da non confondere con pŏpŭlus, -i «il popolo»), cĕrăsus, -i («il ciliegio»), malus, -i («il melo»);
  • nomi di regioni, città o isole, come Aegyptus, -i («Egitto»), Corinthus, -i («Corinto»), Cyprus, -i («Cipro»), Delus, -i («Delo»);
  • alcuni nomi derivati dal greco: methodus, -i («il metodo»), periodus, -i («il periodo»), atomus, -i («l'atomo»);
  • nomi comuni come alvus, -i («il ventre»), humus, -i («terra»), considerati femminili per la capacità di generare.

Nomi maschili in -er e -ir

Comprende sostantivi maschili terminanti in -er, forma derivata dall'evoluzione della terminazione -erus in -ers ed infine -er. In questo gruppo rientrano anche i sostantivi in -ir, ovvero vir, viri, i suoi derivati e levir, leviri («il cognato»). Il vocativo dei sostantivi del gruppo è uguale al nominativo.

I sostantivi di questo gruppo possono essere apofonici, cioè perdere la e della terminazione in -er e avere così il genitivo singolare in -ri (ad esempio magister, -tri), oppure non apofonici, cioè conservare la e (come in puer, -eri). I sostantivi in -ir conservano sempre la i.

È qui riportata la flessione del sostantivo magister, -tri («il maestro»), tema che perde la e al genitivo e negli altri casi singolari e plurali, vocativo singolare escluso.

Caso Singolare Plurale
Nominativo magistĕr magistrī
Genitivo magistrī magistrōrum
Dativo magistrō magistrīs
Accusativo magistrŭm magistrōs
Vocativo magistĕr magistrī
Ablativo magistrō magistrīs

Il sostantivo puer, -eri, di cui qui è riportata la flessione, conserva la e, analogamente a buona parte dei sostantivi del gruppo.

Caso Singolare Plurale
Nominativo puĕr puĕrī
Genitivo puĕrī puĕrōrum
Dativo puĕrō puĕrīs
Accusativo puĕrŭm puĕrōs
Vocativo puĕr puĕrī
Ablativo puĕrō puĕrīs

Nomi neutri in -um

Comprende nomi di genere neutro caratterizzati dalla terminazione in -um del nominativo singolare, analoga agli altri casi retti del singolare, e dalla terminazione in -a dei casi retti del plurale, caratteristica comune a tutti i nomi e aggettivi neutri, indipendentemente dalla declinazione di appartenenza.

Di seguito è mostrata la flessione del sostantivo bellum, -i ("la guerra").

Caso Singolare Plurale
Nominativo bellŭm bellă
Genitivo bellī bellōrum
Dativo bellō bellīs
Accusativo bellŭm bellă
Vocativo bellŭm bellă
Ablativo bellō bellīs

Appartengono alla seconda declinazione, inoltre, tre nomi neutri che però hanno la terminazione in -us: pelagus, -i, n., «il mare»; virus, -i, n., «il veleno» e vulgus, -i, n., «il popolo». Da tenere presente che questi tre nomi sono singularia tantum (cioè si declinano solo al singolare); al plurale vengono usati dei sinonimi (mare, populus...). Virus infine viene sostituito con il sinonimo venēnum, -i nei casi obliqui (genitivo, dativo e ablativo).

Particolarità

Particolarità del sostantivo

  • I sostantivi terminanti in -ĭus e in -ĭum possono terminare in al genitivo singolare, oltre che regolarmente in ĭī.
  1. Vergilĭus, m., «Virgilio»
  2. Aemilĭus, m., «Emilio»
  3. negōtĭum, n., «lavoro, attività»
  4. ōtĭum, n., «tempo libero»
  5. filĭus, m., «figlio»

gen. sing. Vergil-iī/Vergil;
gen. sing. Aemil-iī/Aemil;
gen. sing. negot-iī/negot;
gen. sing. ot-iī/ot;
gen. sing. fil-iī/fil.

Nel caso di questa fusione delle ultime due sillabe occorre fare molta attenzione alla nuova sillabazione, e quindi alla nuova accentazione: ad esempio, Ver-gi-lĭ-ī sarà accentato Vergìlii, mentre Ver-gĭ-lī sarà accentato Vèrgilī perché la nuova penultima (-gĭ-) è breve; lo stesso per Ae-mĭ-lĭ-ī (Aemìliī) e Ae-mĭ-lī (Àemilī), ne-gō-tĭ-ī (negòtiī) e ne-gō-tī (negòtī: la penultima è lunga), eccetera.

  • Alcuni nomi propri e alcuni sostantivi in -ĭus hanno il vocativo singolare uscente in :
  1. Mercurius, m., «Mercurio»
  2. Marius, m., «Mario»
  3. genius, m., «genio»
  4. filius, m., «figlio»

voc. sing. Mercŭr;
voc. sing. Mar;
voc. sing. gen;
voc. sing. fil.

Note: Darīus (con la -i- lunga e quindi accentata, «Dario») al vocativo singolare esce regolarmente in Darīe; ha inoltre il vocativo singolare in -i anche l'aggettivo meus, «mio», nella forma del maschile (esempio: filī mī, «o figlio mio»).

  • Alcuni sostantivi, tra cui vir, m., «l'uomo» e i suoi composti, nomi di popoli, nomi di monete e misure e altri sostantivi possono terminare in -um al genitivo plurale.
  1. vir, m., «l'uomo»
  2. triumvir, -viri, m., «il triumviro»
  3. decemvir, -viri, m., «il decemviro»
  4. sestertius, m., «la moneta»
  5. modius, m., «il moggio»
  6. talentum, n., «il talento»
  7. deus, m., «il dio», «la divinità»
  8. faber, fabri, m., «il fabbro» (o più generalmente «l'operaio»)
  9. Danai, m. plur, «i Danai», «i Greci»

gen. plur. vir-orum/vir-um;
gen. plur. triumvir-orum/triumvir-um;
gen. plur. decemvir-orum/decemvir-um;
gen. plur. sesterti-orum/sesterti-um;
gen. plur. modi-orum/modi-um;
gen. plur. talent-orum/talent-um;
gen. plur. de-orum/de-um;
gen. plur. fabr-orum/fabr-um;
gen. plur. Dana-orum/Dana-um.

  • I tre sostantivi neutri pelagus, -i (il mare), virus, -i (il veleno) e vulgus, -i (il popolo) presentano le desinenze dei casi diretti del singolare in -us anziché in -um e non hanno plurale.
  • Il sostantivo deus, -ī presenta una flessione particolare, nella quale convivono più forme di diversa epoca:
Caso Singolare Plurale
Nominativo dĕus dĕī (raro), dĭī, dī
Genitivo dĕī dĕōrum, dĕum
Dativo deō dĕīs (raro), dĭīs, dīs
Accusativo deum dĕōs
Vocativo dĕus, dīvĕ (solo in poesia) dĕī (raro), dĭī, dī
Ablativo deo dĕīs (raro), dĭīs, dīs
  • Alcuni sostantivi presentano tracce del caso locativo, con terminazione in . Si tratta di nomi di città, villaggio, piccola isola come ad esempio in Brundisī ("a Brindisi", stato in luogo), oppure in particolari vocaboli come in humus, -ī (humī = "a terra") e bellum, -ī (come nell'espressione domī bellīque,nella sua variante arcaica domī duellique,ma anche domī militiaeque, traducibile con "in pace ed in guerra").

Particolarità del numero

Lo stesso argomento in dettaglio: Pluralia tantum e Singularia tantum.
  • Alla seconda declinazione appartengono alla categoria dei singulare tantum i seguenti nomi (oltre ai tre neutri particolari, sopracitati):
  1. pontus, -i, m., «il mare»;
  2. argentum, -i, n., «l'argento», «il denaro»;
  3. aurum, -i, n., «l'oro»;
  4. plumbum, -i, n., «il piombo».
  • Appartengono invece alla categoria dei pluralia tantum i seguenti nomi (oltre liberi):
  1. exta, -orum, n., «le viscere»;
  2. infĕri, -orum, m., «gli dèi degli inferi»;
  3. supĕri, -orum, m., «gli dèi supremi»;
  4. Argi, -orum, m., «Argo»;
  5. Delphi, -orum, m., «Delfi»;
  6. Pompeii, -orum, m., «Pompei»;
  1. spolia, -orum, n., «il bottino»;
  2. Corioli, -orum, m., «Corioli»;
  3. Arbela, -orum, n., «Arbela»;
  4. Fasti, -orum, m., «Fasti, giorni dedicati a festività romane»;
  5. arma, -orum, n., «le armi».

Particolarità del numero e del significato

Alcuni termini hanno un significato diverso al singolare e al plurale:

  • auxilium, -ii (o -i), n. («l'aiuto») → auxilia, -orum («le truppe ausiliarie»);
  • bonum, -i, n., («il bene») → bona, -orum («i beni», «le sostanze»);
  • castrum, -i, n., («il castello») → castra, -orum («l'accampamento militare»);
  • impedimentum, -i, n. («l'ostacolo») → impedimenta, -orum ("bagagli dell'esercito");
  • locus, -i, m. («il luogo») → loci, -orum («i passi, di un libro»), ma anche loca, -orum («i luoghi»).
  • ludus, -i,f. («il gioco, la scuola») → ludi,-orum («le gare, gli spettacoli»).
  • rostrum, -i,f. («il becco, il rostro della nave») → rostra,-orum («rostri (tribuna degli oratori nel foro)»).

Particolarità nel genere

  • Il sostantivo locus, m., «il luogo», come si è visto, presenta al plurale due diverse forme, una al maschile loci e una di genere neutro loca; la prima veniva usata per indicare i passi di un libro, la seconda per designare i luoghi in senso geografico.
  • Anche il sostantivo iocus, m., «lo scherzo» ammetteva due plurali, ioci e ioca, senza differenza di significato.

Sostantivi greci della seconda declinazione

Nei nomi greci della seconda declinazione, oltre alla desinenza latina, è spesso possibile trovare un'altra desinenza: quella greca. Ciò si verifica solo nel nominativo e accusativo singolare, con le uscite in -us/-os, e in -um/-on.

nom. Cypr-us/Cypr-os, f., «Cipro» nom. Ili-um/Ili-on, n., «Ilio»

acc. Cypr-um/Cypr-on; acc. Ili-um/Ili-on, n..

Note

  1. ^ Dove per piccola isola si intende quella che ha lo stesso nome del suo capoluogo (Tantucci, p. 289)

Bibliografia

  • Vittorio Tantucci, Urbis et orbis lingua, Teoria, Bologna, Poseidonia, 1993 .
  • Alfonso Traina e Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, 6ª ed. riveduta e aggiornata a cura di Claudio Marangoni, Bologna, Pàtron, 1998 , ISBN 8855524542.
  • Fabio Cupaiuolo, Problemi di lingua latina, Napoli, Loffredo, 1991, ISBN 8880964135.

Voci correlate