Sonatine bureaucratique

Al giorno d'oggi, Sonatine bureaucratique è un argomento diventato rilevante nella società odierna. Nel corso del tempo, Sonatine bureaucratique è diventato un punto di conversazione e dibattito in diversi ambiti, sia nella politica, nella scienza, nell'intrattenimento o nella vita di tutti i giorni. Le opinioni su questo argomento sono varie e le posizioni riguardo Sonatine bureaucratique sono altrettanto diverse. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Sonatine bureaucratique e analizzeremo il suo impatto sulla società odierna. Dalle sue origini fino alla sua influenza oggi, Sonatine bureaucratique è un argomento che non smette mai di suscitare interesse e ci invita a riflettere sulla sua importanza nella nostra vita quotidiana.

Sonatine bureaucratique
CompositoreErik Satie
Tipo di composizionesonatina
Epoca di composizioneParigi, 1917
Prima esecuzioneParigi, 1º dicembre 1917
PubblicazioneParigi, S. Chapelier, 1917
DedicaJuliette Méerovitch, amicalement
Durata media4 min ca.
Organicopianoforte
Movimenti
  • Allegro
  • Andante
  • Vivache (sic)

La Sonatine bureaucratique è una composizione per pianoforte scritta da Erik Satie nel 1917.

Nel 1917 Satie, nel pieno della polemica sorta dopo la prima esecuzione del suo balletto Parade, per alleggerire l'atmosfera di ostilità nei suoi riguardi che ne era derivata, si divertì a comporre un breve brano per pianoforte, la Sonatine bureaucratique. La ristretta cerchia di sostenitori e amici del musicista si aspettavano proprio una composizione di questo tipo, e Satie non si smentì nel realizzare un brano ironico e dissacratorio. Dopo aver scritto la musica di Parade, caratterizzata da aspetti surreali e provocatori, il musicista decise di ritornare al "classico", ma lo fece a modo suo.

Nella composizione Satie ha preso di mira Muzio Clementi e la sua Sonatina op. 36 n. 1, uno dei più facili e inflazionati cavalli di battaglia affrontato dai pianisti alle prime armi, facendone un'arguta caricatura. La Sonatine è l'unico esemplare di parodia di stampo formale che possiamo trovare nella produzione musicale di Satie. Avendo preso come bersaglio un autore classico, il musicista revisionò anche il suo modo di scrivere, reintroducendo le linee di separazione fra le battute, dividendo la composizione in tre movimenti e segnando le indicazioni agogiche tradizionali (o quasi), elementi che aveva usato solo occasionalmente in alcune composizioni, come in Enfantines del 1913.

La Sonatine fu eseguita per la prima volta il 1º dicembre 1917 alla Salle Huyghens di Parigi dalla giovane pianista Juliette Méerovitch a cui il brano è dedicato. Alunna di Satie, la Méerovitch fu una strenua sostenitrice del maestro e della musica contemporanea francese che eseguì spesso, tanto che Jean Cocteau la definì "la domatrice del pianoforte".

Questa reinterpretazione di Satie di un autore del XVIII secolo ha fatto sì che si vedesse nel musicista un antesignano del Neoclassicismo e per questo lo si è messo a confronto con Stravinskij. Tutti e due i musicisti hanno voluto usare l'espediente della citazione quasi fosse una frecciata a un gusto ormai ufficializzato; ma se è pur vero che i due compositori sono accomunati dall'aver lavorato su due autori settecenteschi, Clementi l'uno, Pergolesi l'altro, bisogna dire che in Satie la Sonatine rimane un episodio caricaturale, mentre per Stravinskij con Pulcinella prese l'avvio un intero periodo compositivo che annoverò molte opere.

Struttura e testo

La Sonatine è divisa in tre brevi movimenti:

  • Allegro
  • Andante
  • Vivache (stravaganza di Satie che invece di scrivere Vivace introduce nel termine "vache" ovvero "mucca")

Il breve brano descrive umoristicamente la giornata di un "travet" sia musicalmente sia con un testo, scritto dallo stesso Satie, posto sopra il pentagramma.

Copertina della prima edizione del 1917
(FR)

«Le voilà parti
il va gaiement à son bureau en se "gavillant"
content il hoche la tête
Il aime une jolie dame très élegante
il aime aussi son porte-plume, ses manches en lustrine verte et sa calotte chinoise.
Il faut des grands enjambées; precipite dans l'escalier qu'il monte sur son dos.
Quel coup de vent!
Assis dans son fauteuil il est heureux et le fait voir.
Il réflechit à son avancement
Peut-être aura-t-il de l'augmentation
sans avoir besoin d'avancer.
Il compte de ménager au prochain terme
Il a un apartement en vue
Pourvu qu'il avance ou augmente!
Nouveau songe sur l'avancement.
Il chantonne un vieil air péruvien
qu'il a recueilli en Basse Bretagne chez un sourd-muet.
Un piano voisin joue du Clementi.
Combien cela est triste. il ose valser! (Lui, pas le piano)
Tout cela est bien triste. Le piano reprend son travail.
Notre ami s'interroge avec bienveillance.
L'air froid péruvien lui remonte à la tête.
Le piano continue.
Hélas! il faut quitter son bureau, son bon bureau.
Du courage! partons dit-il.»

(IT)

«Eccolo che va
va allegramente al suo ufficio tutto tronfio
contento annuisce con la testa
Egli ama una graziosa signora molto elegante
ama anche il suo portapenne, le sue maniche verde lucido e il suo berretto cinese.
Fa dei lunghi passi e si precipita su per le scale che egli sale sulla schiena.
Che folata di vento!
Seduto sulla sua poltrona è felice e lo fa vedere.
Riflette sulla sua promozione.
Forse avrà un aumento senza aver bisogno di essere promosso.
Intende risparmiare alla prossima scadenza
Ha messo gli occhi su un appartamento
purché egli sia promosso o abbia l'aumento
Di nuovo sogna sulla promozione.
Egli canticchia una vecchia aria peruviana che ha trovato nella Bassa Bretagna da un sordomuto
Un pianoforte vicino suona musica di Clementi
Come è triste! Egli osa danzare un valzer (lui, non il piano)
Tutto questo è molto triste. Il pianoforte riprende a suonare.
Il nostro amico si interroga con benevolenza.
L'aria fredda peruviana gli ritorna in mente.
Il pianoforte continua.
Ahimé! egli deve lasciare l'ufficio, il suo bell'ufficio
Coraggio: partiamo, dice.»

Note

  1. ^ a b Salvatore Enrico Failla, Aspetti satiani nelle forme e nella poetica di Stravinsky, in Erik Satie. L'idea non ha bisogno dell'arte, Milano, Hans e Alice Zevi, 2010
  2. ^ Caroline Potter, Erik Satie. Music, Art and Literature, Londra, Routledge, 2016
  3. ^ Jean Cocteau, Carte blanche, Parigi, Éditions de la Sirène, 1920
  4. ^ Marco Bora, Erik Satie e gli altri, Roma, Edit. L'Espresso, 2016
  5. ^ Roman Vlad, Strawinsky, Torino, Einaudi,1958

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN176018485 · LCCN (ENno98073420 · GND (DE300135289 · BNF (FRcb139186854 (data)