In questo articolo esploreremo l'affascinante vita del famoso Elezioni europee del 2019, i cui contributi hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Dalle sue umili origini fino alla sua ascesa ai vertici, Elezioni europee del 2019 ha affascinato persone di tutte le età e di ogni ceto sociale. In queste pagine scopriremo i risultati, le sfide e i momenti importanti che hanno definito il viaggio di Elezioni europee del 2019, nonché il suo impatto duraturo sul mondo che lo circonda. Unisciti a noi in questo viaggio attraverso la vita di Elezioni europee del 2019 e scopri come la sua eredità continua a ispirare e influenzare le generazioni a venire.
Elezioni europee 2019 | ||||||
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Area | Unione europea | |||||
Data
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23-26 maggio | |||||
Legislatura | IX legislatura | |||||
Affluenza | 50,97% ( 8,36%) | |||||
Eletti | 751 Europarlamentari | |||||
Seggi per gruppo politico | ||||||
PPE | 182 / 751
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S&D | 154 / 751
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RE | 108 / 751
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Verdi/ALE | 74 / 751
| |||||
ID | 73 / 751
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ECR | 62 / 751
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GUE/NGL | 51 / 751
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NI | 57 / 751
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Gruppi europei maggioritari
per numero di seggi nei singoli stati | ||||||
Commissione | ||||||
von der Leyen | ||||||
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Le elezioni europee del 2019 si sono tenute nei 28 Stati membri dell'Unione europea tra il 23 e il 26 maggio, come deciso unanimemente dal Consiglio dell'Unione europea, con la libertà per ogni Stato membro di organizzarle in uno o più giorni tra questi secondo le consuetudini elettorali nazionali. Nel febbraio 2018 il Parlamento europeo aveva votato per far diminuire il numero degli eurodeputati da 751 a 705, nel caso in cui il Regno Unito avesse lasciato l'Unione europea il 29 marzo 2019.
Avendo la UE ed il Regno Unito concordato uno slittamento al 31 ottobre 2019 della data per l'uscita prevista dall'Articolo 50, il Regno Unito ha partecipato alle elezioni insieme agli altri Stati membri, pertanto il numero dei seggi allocati è stato lo stesso del 2014. Le variazioni nella composizione delle delegazioni nazionali hanno avuto effetto a seguito dell'effettiva uscita del Regno Unito.
Tutti i Paesi hanno iniziato lo spoglio dei voti alle 23:00 del 26 maggio, in modo da rendere lo scrutinio una procedura simultanea in tutta l'Unione. Le elezioni europee del 2019 hanno rappresentato la nona tornata elettorale per il Parlamento europeo, in quanto il primo voto popolare risale al 1979.
In accordo con gli articoli 10 e 11 sull'elezione diretta del Parlamento europeo, le elezioni devono essere tenute ogni cinque anni nel primo fine settimana disponibile al termine del precedente mandato elettorale. Poiché le elezioni europee del 2014 si sono tenute dal 22 al 25 maggio, le elezioni sono state fissate dal 23 al 26 maggio 2019. Ogni Stato membro dell'Unione europea ha avuto la libertà di definire in quali e per quanti giorni mantenere aperte le urne sul proprio territorio, sempre rispettando la finestra individuata, rendendo possibile a ciascun paese membro di scegliere dei giorni abituali: è stato il caso, ad esempio, della domenica in Germania e in Italia.
23 maggio | 24 maggio | 25 maggio | 26 maggio |
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Paesi Bassi, Regno Unito | Irlanda | Dipartimenti francesi d'oltremare, Lettonia, Malta, Slovacchia | Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria |
Rep. Ceca |
Il trattato di Lisbona prevede che il parlamento europeo debba eleggere il presidente della Commissione europea, capo dell'esecutivo europeo, sulla base di una proposta fatta dal Consiglio europeo, prendendo in considerazione le elezioni europee (art. 17, par. 7 TEU). Queste disposizioni vengono applicate per la prima volta durante le elezioni europee del 2014.[senza fonte]
I maggiori partiti hanno designato un candidato al ruolo di presidente: Manfred Weber per il Partito Popolare Europeo, Frans Timmermans per il Partito del Socialismo Europeo, Ska Keller e Bas Eickhout per il Partito Verde Europeo, Jan Zahradil per l'Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti Europei, Violeta Tomič e Nico Cué per la Sinistra Unitaria Europea, mentre il Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa ha designato una rosa di nomi (nota come "TeamEurope") scegliendo Guy Verhofstadt, Emma Bonino, Nicola Beer, Violeta Bulc, Katalina Cseh, Luis Garicano e Margrethe Vestager.
Dall'ottobre 2008 Andrew Duff si appella al Parlamento europeo per una riforma della legge elettorale in vista delle elezioni del 2014, inclusa la creazione di un collegio di 25 seggi in cui ogni cittadino europeo possa essere autorizzato a votare sulla base di liste pan-europee. Duff è stato nominato relatore, in quanto il Parlamento ha il diritto di iniziativa in questo campo in cui il Consiglio si deve esprimere all'unanimità.
Dopo le elezioni del 2009, Duff ha proposto una nuova versione del suo articolo, che è stato adottato dal Comitato sugli Affari Costituzionali nell'aprile 2011. La sessione plenaria del Parlamento ha respinto tuttavia l'articolo al Comitato nel luglio 2011. Una terza versione dell'articolo fu pubblicata nel settembre 2011 e fu adottata dal Comitato Affari Costituzionali nel gennaio 2012; la proposta fu comunque ritirata prima di essere discussa dal Parlamento in plenaria nel marzo 2012, per timore che potesse essere nuovamente respinta.
Ciascuno Stato membro può stabilire la propria legge elettorale per l'attribuzione dei seggi che gli spettano, purché il metodo utilizzato sia proporzionale e la soglia di sbarramento non sia superiore al 5%.
La maggior parte degli Stati utilizza una circoscrizione unica nazionale per la ripartizione dei propri seggi ma vi è la possibilità per ciascuno Stato membro di suddividere il proprio territorio in più circoscrizioni elettorali.
Paese | Con Regno Unito | Senza Regno Unito |
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Austria | 18 | 19 |
Belgio | 21 | |
Bulgaria | 17 | |
Cipro | 6 | |
Croazia | 11 | 12 |
Danimarca | 13 | 14 |
Estonia | 6 | 7 |
Finlandia | 13 | 14 |
Francia | 74 | 79 |
Germania | 96 | |
Grecia | 21 | |
Irlanda | 11 | 13 |
Italia | 73 | 76 |
Lettonia | 8 | |
Lituania | 11 | |
Lussemburgo | 6 | |
Malta | 6 | |
Paesi Bassi | 26 | 29 |
Polonia | 51 | 52 |
Portogallo | 21 | |
Regno Unito | 73 | - |
Rep. Ceca | 21 | |
Romania | 32 | 33 |
Spagna | 54 | 59 |
Slovacchia | 13 | 14 |
Slovenia | 8 | |
Svezia | 20 | 21 |
Ungheria | 21 | |
Totale | 751 | 705 |
Non ci sono sondaggi paneuropei per le elezioni europee in tutti i 27-28 stati membri. Ciononostante, esistono organizzazioni che calcolano la distribuzione teorica dei seggi nel Parlamento Europeo sulla base di sondaggi nazionali condotti in ciascuno stato membro dell’UE. Questi sondaggi sono condotti anche nel Regno Unito, dal momento che il governo britannico ha annunciato il 7 maggio 2019 che, in assenza di un accordo sulla Brexit, il paese avrebbe partecipato alle elezioni europee.
Sondaggi per numero di seggi | |||||||||||||
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Istituto di ricerca | Data | PPE | S&D | ECR | ALDE | Verdi/ALE | GUE-NGL | EFDD | ENF | NI | Altri estrema destra (nuovo+NI) | Altri estrema sinistra (nuovo+NI) | Altri moderati (nuovo+NI) |
European Elections Stats (Con Regno Unito; nuovo gruppo) |
14-05-2019 | 183 | 147 | 52 | 76 (Senza En Marche) |
57 | 48 | 19 (come nuovo gruppo M5S) |
73 (come Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni) |
→ | 47 | 2 | 47 (21 da En Marche) |
Regioni | |||||||||||
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Europa orientale | Europa meridionale | Europa occidentale | Europa settentrionale | ||||||||
Bulgaria | 30,83% | 4,67% | Cipro | 44,99% | 1,02% | Austria | 59,8% | 14,1% | Danimarca | 66% | 9,6% |
Rep. Ceca | 28,7% | 9,22% | Croazia | 29,86% | 4,8% | Belgio | 88,47% | 1,53% | Estonia | 37,6% | 1,16% |
Ungheria | 43,36% | 14,44% | Grecia | 58,52% | 0,32% | Francia | 50,12% | 6,62% | Finlandia | 40,7% | 0,2% |
Polonia | 45,68% | 22,98% | Italia | 54,5% | 4,18% | Germania | 61,41% | 13,51% | Irlanda | 49,7% | 1,9% |
Romania | 51,07% | 18,91% | Malta | 72,7% | 2,11% | Lussemburgo | 84,10% | 5,9% | Lettonia | 33,6% | 3,56% |
Slovacchia | 22,74% | 9,74% | Portogallo | 31,4% | 3,1% | Paesi Bassi | 41,9% | 4,9% | Lituania | 53,08% | 8,17% |
Slovenia | 28,32% | 7,36% | Regno Unito | 36,9% | 0,9% | ||||||
Spagna | 64,3% | 18,4% | Svezia | 54,65% | 5,85% | ||||||
Media | 37,06% | Media | 48,07% | Media | 64,3% | Media | 46,52% | ||||
Media Unione Europea 50,95% ( 8,34%) |
Riepilogo dei seggi (+/- elezioni 2014) | ||||||
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Questo grafico non è disponibile a causa di un problema tecnico. | ||||||
GUE/NGL | 41
|
▼ 11
|
S&D | 154
|
▼ 37
| |
Verdi/ALE | 74
|
▲ 24
|
RE | 108
|
▲ 41
| |
PPE | 182
|
▼ 39
|
ECR | 62
|
▼ 8
| |
ID | 73
|
Nuovo
|
NI | 57
|
▲ 5
|
Paese | Seggi | Liste | Gruppi |
---|---|---|---|
Austria | 1 | I Verdi | Verdi/ALE |
Croazia | 1 | Partito Socialdemocratico di Croazia | S&D |
Danimarca | 1 | Venstre | RE |
Estonia | 1 | Patria | PPE |
Finlandia | 1 | Lega Verde | Verdi/ALE |
Francia | 5 | 1 - Rassemblement National 2 - La République En Marche 1 - Europa Ecologia I Verdi 1 - Partito Socialista |
ID RE Verdi/ALE S&D |
Irlanda | 2 | 1 - Fine Gael 1 - Fianna Fáil |
PPE RE |
Italia | 3 | 1 - Lega 1 - Forza Italia 1 - Fratelli d'Italia |
ID PPE ECR |
Paesi Bassi | 3 | 1 - Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia 1 - Forum per la Democrazia 1 - Partito per la Libertà |
RE NI ID |
Polonia | 1 | Diritto e Giustizia | ECR |
Romania | 1 | Partito Social Democratico | S&D |
Slovacchia | 1 | Movimento Cristiano-Democratico | PPE |
Spagna | 5 | 1 - Partito Socialista Operaio Spagnolo 1 - Partito Popolare 1 - Ciudadanos 1 - Vox 1 - Junts per Catalunya |
S&D PPE RE ECR NI |
Svezia | 1 | Partito Ambientalista i Verdi | Verdi/ALE |
Totale | 27 |