Nell'articolo che segue vogliamo approfondire l'argomento Filolao. Che Filolao sia una data chiave della storia, una persona professionalmente rilevante o un argomento di attualità, puntiamo ad analizzarne ogni aspetto e sfaccettatura per fornire ai nostri lettori una panoramica completa e dettagliata. In queste pagine approfondiremo Filolao da diverse prospettive, offrendo informazioni aggiornate, analisi critiche e opinioni di esperti in modo che i nostri lettori possano comprendere appieno l'importanza e l'impatto di Filolao nel rispettivo contesto.
Filolào (in greco antico: Φιλόλαος?, Philólaos; Crotone, 470 a.C. – Tebe, 390 a.C.) è stato un filosofo, astronomo e matematico greco antico.
Secondo Diogene Laerzio, nacque a Crotone. Si ritiene sia stato un pitagorico della seconda generazione. Per primo contribuì a esportare il pensiero della scuola pitagorica fuori dai confini ellenici. Fu il maestro di Archita e venne menzionato da Platone. Contemporaneo di Socrate, negli ultimi decenni del V secolo a.C. visse a Tebe, e «morì condannato, sospettato di aspirare alla tirannide».
Nel campo dell'astronomia, la sua impostazione filosofica lo spinse a ritenere che la Terra, essendo un corpo imperfetto, fosse affiancata da un pianeta gemello e rivestisse un ruolo marginale nel sistema solare, attribuendo invece la massima importanza a un "fuoco centrale", chiamato Hestia, ovvero la sede di Zeus, centro dell'attività cosmica. Due secoli prima dei calcoli di Eratostene (276-194 a.C.), egli sostenne così un modello non geocentrico.
Al centro dell'universo vi era dunque un grande Fuoco attorno al quale ruotavano in senso antiorario dieci corpi: la Terra, l'Antiterra, la Luna, il Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, e il cielo delle stelle fisse interpretato come un fuoco esterno.
I dieci corpi si trovavano lontani dal Fuoco centrale secondo distanze proporzionali a fattori del numero 3, un numero ritenuto sacro dai pitagorici. I rapporti numerici tra i pianeti costituivano un'armonia, un ordine perfetto, percepibile dalle menti più sviluppate come intelligenza sonora, chiamata anche musica delle sfere.
Viene attribuita a Filolao la formalizzazione del ruolo del numero nei modelli fisici con la proposizione: «Tutte le cose conosciute posseggono un numero e nulla possiamo comprendere e conoscere senza di questo».
Secondo Filolao, l'universo si è generato dal vuoto dell'apeiron attraverso il ritmo della respirazione cosmica costituito da inspirazione ed espirazione, scandito dalla Diade, dualità di numeri pari e dispari. La dialettica dei principi dell'Uno e della Diade viene completata dalla Sacra Triade pitagorica o orfica, fondamento del molteplice sensibile rappresentato in forma di triangolo equilatero. Il numero 4 completava infine i misteri costitutivi dell'universo matematico e geometrico, formando la sacra tetrade che diveniva a sua volta decade.
Filolao accettò il "Grande anno" di 59 anni solari ipotizzato da Enopide di Chio. Rileva Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910), astronomo e storico dell'astronomia antica:
«Il periodo di 59 anni fu adottato altresì da Filolao di Taranto (430), celeberrimo pitagorico, le cui speculazioni sulla struttura dell'universo hanno tanta importanza nella storia dell'antica astronomia. Filolao cominciò per stabilire, che l'anno solare dovesse essere di 364 + (1/2 giorni), durata assai più lontana dal vero, che quelle di Arpalo e di Enopide. Cinquantanove di tali anni gli davano giorni 21505 e 1/2, i quali egli ripartiva in 729 lunazioni di 29 + 1/2 giorni ciascuna. Con queste egli formava 38 anni comuni di 12 lune, e 21 anni intercalari di 13 lune. Quanto fosse errato questo computo rispetto ai periodi veri del Sole e della Luna si può vedere, notando che per noi 59 anni solari danno giorni 21549,3 e 729 lune danno giorni 21527,8; mentre Filolao ne contava soli 21505 1/2.
Ma dal punto di vista Pitagorico il mondo doveva essere regolato secondo i misteri dei numeri; e sotto tale riguardo il grande anno filolaico era veramente meraviglioso. Poiché il numero delle sue lunazioni, cioè 729, era il quadrato del numero 27, che esso stesso è il cubo del sacro numero 3. II numero 364 1/2 dei giorni contenuti in un anno godeva poi di analoga proprietà. Contando infatti come unità separata di tempo la parte chiara del giorno e la notte scura come un'altra unità (siccome è prescritto dalla natura stessa delle cose), il numero di tali unite diurne e notturne contenute in un anno riusciva il doppio di 364 e 1/2, cioè di nuovo 729, cubo-quadrato di 3; onde questo risultava tanto dal Sole quanto dalla Luna.»
A Filolao è intitolato un omonimo cratere sulla Luna.
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