Nel mondo di oggi, Giuseppe Pontiggia è diventato un argomento di crescente interesse per un ampio spettro della società. Con l’avanzamento della tecnologia e della globalizzazione, Giuseppe Pontiggia ha acquisito una rilevanza senza precedenti in diversi ambiti, dalla politica alla cultura, all’economia e alla società in generale. L’importanza di comprendere e analizzare Giuseppe Pontiggia risiede nel suo impatto su molteplici dimensioni della vita quotidiana, nonché nelle sue implicazioni nel futuro dell’umanità. In questo articolo esploreremo le diverse sfaccettature di Giuseppe Pontiggia ed esamineremo la sua influenza sul mondo oggi.
Nato da una madre attrice dilettante e da un padre funzionario di banca e dirigente fascista (Ugo Pontiggia fu, infatti, segretario del PNF a Bosisio Parini), trascorse l'infanzia a Erba, nella campagna brianzola. In seguito, dopo l'uccisione del padre da parte dei partigiani gappisti nelle prime avvisaglie della Resistenza partigiana (1943), la famiglia si sposta a Santa Margherita Ligure e poi a Varese, infine definitivamente a Milano dal 1948.
Pontiggia, mosso da innata propensione allo scrivere e da un desiderio irrefrenabile di conoscere l'universo attraverso i libri, ereditato dal padre bibliofilo, scopre lo stile come felicità del linguaggio attraverso la lettura adolescenziale di Guy de Maupassant. Ultimato il liceo classico con due anni di anticipo, per necessità familiari comincia a lavorare in banca, e al contempo collabora fin dalla sua fondazione (1956) con la rivista d'avanguardia Il Verri, diretta da Luciano Anceschi. Intorno alla rivista Il Verri, della cui redazione Pontiggia entra presto a far parte con un ruolo importante (che non è sempre stato valutato adeguatamente dalla critica), ruotano anche Umberto Eco e Nanni Balestrini.
Contemporaneamente completa gli studi universitari e nel 1959 si laurea all'Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo. Lo stesso anno pubblica il suo primo romanzo autobiografico La morte in banca, frutto d'una profonda insoddisfazione per la sua esperienza lavorativa e per un mondo che considera frustrante, pieno di adulti che non sono maturi. Grazie all'incoraggiamento di Elio Vittorini, che gli consiglia di dedicare più tempo alla narrativa, nel 1961 lascia l'impiego in banca e si dedica all'insegnamento serale.
Nel 1963 si sposa con Lucia Magnocavallo, e sei anni dopo diviene padre di Andrea.
Il tempo libero gli consente di approfondire letture, interessi ed esperienze culturali in molteplici direzioni. Pontiggia diventa consulente di alcune case editrici: Adelphi per la quale pubblica nel 1968L'arte della fuga; e la Arnoldo Mondadori Editore con la quale collabora attivamente, anche curando insieme con Marco Forti l'Almanacco dello Specchio fin dal primo numero del 1972. Intanto amplia la sua attività di saggista e di critico e occupandosi di autori classici, quali Ausonio, Macrobio, Sallustio, Lucano, Bonvesin de la Riva, successivamente Francesco Guicciardini e anche di autori moderni e contemporanei come Manzoni, Verga, Collodi, Morselli, D'Arrigo, Sinisgalli, Porta, ecc. Nel 1978 pubblica con Mondadori il romanzo Il Giocatore invisibile. Protagonista ne è un professore (attaccato anonimamente su una rivista per l'etimologia di "ipocrita"), che vede crollare tutte le certezze su cui ha costruito falsamente l'esistenza. Il tema era stato suggerito a Pontiggia dalla lettura di un feroce scambio polemico tra filologi su una rivista di studi classici. Nel 1983 il tradimento di un infiltrato in un gruppo clandestino comunista sarà il filo conduttore del romanzo Il raggio d'ombra. Le vicende sono ispirate da un evento reale accaduto nel 1927; Pontiggia ripubblicherà il libro in un'edizione riveduta nel 1988, ma del risultato non sarà mai pienamente convinto.
Negli anni Ottanta comincia a tenere corsi di scrittura al Teatro Verdi e presso università e altre sedi, incentrati sui vari modi, problemi e aspetti dello scrivere e sullo studio del linguaggio della prosa.
Pontiggia inizia a pubblicare anche raccolte di saggi dalla scrittura limpida e di forte tensione stilistica e critica: Il giardino delle Esperidi (1984), a cui fanno seguito il volumetto satirico Le sabbie immobili (1991), L'isola volante (1996) e I contemporanei del futuro: viaggio nei classici (1998), una delle riflessioni più profonde del secolo su chi sono i classici e perché, e sul rapporto che è possibile intrattenere con loro. Nella narrativa riesce a cogliere brillanti successi, di critica come di pubblico, vincendo tra l'altro il Premio Strega nel 1989 con "La grande sera", un affresco a tratti perfino spietato della società italiana degli anni Ottanta; il Superpremio Flaiano nel 1994 con Vite di uomini non illustri (1993); il Premio Chiara alla carriera nel 1997; infine il Premio Campiello, il Premio Società dei Lettori e Pen Club nel 2001 con Nati due volte(2000), romanzo in cui un tema che lo tocca (la disabilità del figlio) si articola in una narrazione non riducibile all'autobiografismo e da cui è stato tratto il film Le chiavi di casa. Durante questo periodo felice, riesce a prestare attenzione a suoi vecchi lavori, ampliando o ripubblicando alcuni dei suoi precedenti libri.
Pontiggia partecipò anche a numerose trasmissioni radiofoniche tra cui Dentro la sera, su Rai Radio 2, Vedi alla voce, Damasco e infine Passaggi mobili, una serie di conversazioni radiofoniche progettata dall'autore stesso e interrotta però dalla sua morte improvvisa.
Le sue opere, in particolare Nati due volte, ebbero grande successo internazionale e vennero tradotte in spagnolo, tedesco, inglese, olandese, ungherese, francese, svedese, cinese e giapponese.
Muore a Milano il 27 giugno 2003, colpito da collasso cardio-circolatorio mentre è ancora in piena attività. Dopo i funerali milanesi, ai quali partecipa un ingente numero di persone, la salma viene portata al cimitero di Arcellasco, frazione di Erba.
Biblioteca e archivio personale
La sua biblioteca e le sue carte sono state acquistate nel 2005 dalla BEIC. La biblioteca è composta da 35.640 volumi comprendenti libri antichi, opere di narrativa, monografie e saggi, dizionari, vocabolari ed enciclopedie, riviste, cataloghi, estratti, manuali e testi scolastici. Sono inoltre presenti le sue opere in italiano e in lingua straniera. Tutto il fondo è catalogato e consultabile dalla BEIC. L'archivio comprende sue carte dal 1947 al 2004.
La morte in banca. Cinque racconti e un romanzo breve, Milano, Rusconi e Paolazzi, 1959; Un romanzo breve e undici racconti, Milano, A. Mondadori, 1979; Un romanzo breve e sedici racconti, Milano, A. Mondadori, 1991. ISBN 88-04-34294-3.
La Lente di Svevo, a cura di Daniela Marcheschi, Bologna, EDB, 2017; poi Bologna, Marietti 1820, 2022. Si tratta della tesi di laurea, già affidata dall’Autore a «Kamen’», nn. 21-22, Gennaio-Giugno 2003.
Daniela Marcheschi, "Profilo di un autore italiano contemporaneo: Giuseppe Pontiggia", in «Moderna Språk», LXXIV, 4 (1980), pp. 359–374; poi "Uno scrittore contemporaneo: Giuseppe Pontiggia", in «Rassegna Lucchese», 6 (1981), pp. 18–29.
Giuseppe Leone, "Ironia e linguaggio con Giuseppe Pontiggia", in «Il Punto Stampa», aprile 1985.
Carlo Del Teglio, "Giuseppe Pontiggia «La morte in banca» e «L'arte della fuga», due fasi propedeutiche alla narrativa maggiore", in Leucensia. Prose fra lago e monte. 1958-1983, Lecco, C.B.R.S., 1985.
Daniela Marcheschi, "Introduzione" a Giuseppe Pontiggia, Il giocatore invisibile, Milano, Oscar Mondadori, 1989, pp. 5–19.
Daniela Marcheschi, "Postfazione" a Giuseppe Pontiggia, La grande sera, Milano, Oscar Mondadori, 1995, pp. 235–250.
Daniela Marcheschi, "Giuseppe Pontiggia", in Dictionary of Literary Biography vol. 196 "Italian Novelists Since World War II, 1965-1990", a cura di Augustus Pallotta, Detroit-Washington D.C.-London, Gale Research, 1999, pp. 214–219.
Daniela Marcheschi, Destino e sorpresa. Per Giuseppe Pontiggia, con i suoi primi scritti sul «Verri», Pistoia, C.R.T., 2000.
Alberto Albertini, Nascere due volte. Le straordinarie opportunità della scrittura di Giuseppe Pontiggia, Brescia, L'Obliquo, 2003.
Giovanni Maccari, Giuseppe Pontiggia, Fiesole, Cadmo, 2003.
Giuseppe Pontiggia contemporaneo del futuro, Atti del Convegno di Bologna 23-25 settembre 2004, a cura di Gino Ruozzi, Bologna, Gedit, 2006.
Alessandro Mazzola, Intorno a Giuseppe Pontiggia, Mantova, Arcari, 2006.
Le vie dorate. Con Giuseppe Pontiggia, a cura di Daniela Marcheschi, prefazione di Guido Conti, Parma, MUP, 2009.
Roberto Michilli - Simone Gambacorta, La chiarezza enigmatica. Conversazione su Giuseppe Pontiggia, Giulianova, Galaad, 2009.
Con Giuseppe Pontiggia. Le voci della notte bianca, Milano 21 giugno 2013, a cura di Daniela Marcheschi, Rimini, Guido Conti, GuaraldiLAB, 2013.
Daniela Marcheschi, "Introduzione" a Giuseppe Pontiggia, L'arte della fuga, Milano, Oscar Mondadori, 2013, pp. V-XXII.
Marco Bellardi, Uno smisurato equilibrio. La narrativa sperimentale di Giuseppe Pontiggia, Firenze, Franco Cesati, 2014.
Rossana Dedola, Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano, seconda edizione con Prefazione di Giancarlo Ravasi, Roma, Avagliano 2014.
Daniela Marcheschi, "La fabbrica del testo", in Giuseppe Pontiggia, "Le parole necessarie. Tecniche della scrittura e utopie della lettura", Bologna, Marietti 1820, 2018.
Daniela Marcheschi, "Il laboratorio di uno scrittore", Giuseppe Pontiggia, La lente di Svevo, Bologna, EDB, 2018; poi Bologna, Marietti 1820, 2022, pp. 5-29.
Mario Grasso, a cura di, "Il geniale universo letterario di Giuseppe Pontiggia", Contributi di A. Aglieco, M. Argento, S. Bommarito, M. Cairone, G. Cellura, V. Di Prima, A. Leotta, M. Liseo, A. Lombardo, M. Magnano, A. Maugeri, L. Morandotti, L. Rizzo, G. Sciortino, G.L. Sottile. Prova D'Autore 2021.