Italo Toni

Questo articolo affronterà il tema Italo Toni, che ha acquisito rilevanza negli ultimi anni grazie al suo impatto su diversi aspetti della società. Da Italo Toni ha segnato un prima e un dopo nel modo in cui ci relazioniamo, fino alla sua influenza in ambito economico e politico, questo argomento ha suscitato grande interesse e dibattito tra esperti e cittadini. In questa direzione verranno analizzate l'origine, l'evoluzione e le ripercussioni di Italo Toni, offrendo uno sguardo dettagliato alle sue implicazioni e sfide presenti e future.

Italo Toni (Sassoferrato, 31 gennaio 1930scomparso a Beirut il 2 settembre 1980) è stato un giornalista italiano rapito in Libano con la collega Graziella De Palo nel settembre 1980 e da allora mai più ritrovati. Ha lavorato per La conquista, Il Ponte, L'Astrolabio, Aut e Mensile.

Biografia

Nasce a Sassoferrato nel 1930 da una famiglia di artigiani del ferro. Diventato maestro elementare, dopo pochi anni lascia l'insegnamento e si trasferisce a Roma. Da sempre interessato alle vicende del Vicino Oriente, viaggia molto nei paesi dell'area. Suo è lo scoop giornalistico, pubblicato nel 1968 da Paris Match, che rivela al mondo l'esistenza dei primi campi di addestramento della guerriglia palestinese.

La scomparsa

Nel 1980, insieme alla sua compagna e collaboratrice Graziella De Palo (con la quale aveva da poco dato alle stampe un libro inchiesta su Che Guevara), prepara un nuovo viaggio in Libano, per trovare nuove informazioni e testimonianze. Si reca nel territorio libanese come redattore dei Diari, catena di giornali regionali che l'editore Parretti in quegli anni stava lanciando in Italia.

La mattina del 2 settembre 1980 i due, da dieci giorni a Beirut per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare, escono dal loro albergo per recarsi con una jeep del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina di Nayef Hawatmeh nei pressi del castello di Beaufort, su una delle linee di fuoco che li oppone agli israeliani e ai loro alleati. Il giorno prima, Italo e Graziella, avevano ritenuto opportuno comunicare la loro intenzione all'ambasciata italiana, chiedendo espressamente di essere cercati se non fossero rientrati nell'albergo di Beirut, il Triumph, entro tre giorni. Da quel momento si perdono le loro tracce: la versione più accreditata parla di una jeep che tende loro un'imboscata, spacciandosi per quella del Fronte Democratico che realmente attendevano.[senza fonte]

Eventi successivi

Nel 1984 sulla vicenda il governo italiano appose il segreto di Stato.

Il caso della scomparsa di Toni e della De Palo, è stato più volte trattato dal programma televisivo Chi l'ha visto? e altri.

La loro scomparsa è stata oggetto di una memoria presso l'Unione nazionale cronisti italiani; inoltre, grazie a petizioni firmate su iniziativa dell'Ordine dei giornalisti delle Marche, il segreto di Stato è stato parzialmente rimosso nel 2014, per alcuni documenti riguardanti la sparizione di Toni e della De Palo.

Nel dicembre 2019 la procura di Roma riapre l'inchiesta.

Opere

  • Graziella De Palo e Italo Toni, Quale movimento. Polemica su Che Guevara, Milano, Mazzotta, 1978.

Riconoscimenti

  • Premio Antonio Russo
    • 2009 – Premio speciale alla memoria

Nei media

Note

  1. ^ Marco Bova, Graziella De Palo e Italo Toni, un passo verso la verità, su giornalistitalia.it, 12 dicembre 2019.
  2. ^ I vincitori del Premio, su premioantoniorusso.it.
  3. ^ Un mistero di Stato - Il caso Toni-De Palo, su La storia siamo noi, Rai (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2013).

Bibliografia

  • Nicola De Palo, Omicidio di Stato. Storia dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, Armando Curcio Editore, 2012, ISBN 978-88-97508-24-3.
  • Loredana Lipperini, L'arrivo di Saturno, collana Narratori Italiani, Bompiani, 2017.
  • Ferruccio Pinotti, Segreto di Stato, in Fratelli d'Italia, Milano, BUR, 2007.
  • Valentina Celi, La sparizione di Italo Toni e Graziella De Palo, collana Storia dei grandi segreti d'Italia, La Gazzetta dello Sport.

Collegamenti esterni

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