Jam session

In questo articolo esploreremo l'affascinante vita di Jam session, una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia. Attraverso i suoi successi e i suoi contributi, Jam session ha dimostrato di essere un vero pioniere nel suo campo, ispirando intere generazioni con il suo coraggio e la sua determinazione. Dalle umili origini alla sua ascesa alla fama, Jam session ha superato ostacoli apparentemente insormontabili per raggiungere il successo. Con un'eredità che durerà per sempre, Jam session rimane una figura iconica che continua ad avere un impatto sulle nostre vite in modi che forse non avremmo nemmeno immaginato. Unisciti a noi in questo viaggio nel tempo mentre esploriamo la vita e l'eredità di Jam session.

Jam session di jazz in casa di W. E. Smith. Foto di Paolo Monti, New York, New Rochelle, 1960.

Una jam session è una riunione (regolare o estemporanea) di musicisti che si ritrovano per una performance musicale senza aver nulla di preordinato, di solito improvvisando su griglie di accordi e temi conosciuti (standard).

Il termine, che probabilmente deriva da "Jamu", una parola Youruba (Africa occidentale) che significa "insieme in concerto", è nato negli anni venti negli ambienti jazz, e si è poi diffuso anche nel rock e, più tardi, nell'hip hop.

Una jam session può avere lo scopo di intrattenere un pubblico ma può anche essere un ritrovo di musicisti che hanno così l'opportunità di provare nuovo materiale musicale e mettere alla prova la loro abilità di improvvisatori in confronto con altri strumentisti; a volte è semplicemente un ritrovo sociale.

Alle jam session possono partecipare musicisti di tutti i livelli e possono avvenire in locali privati o pubblici. Ad esempio divennero leggendarie negli anni quaranta le jam session del club di New York Minton's Playhouse, che dopo l'orario di chiusura ospitava musicisti come Ben Webster e Lester Young e i giovani della nuova leva bebop come Thelonious Monk, Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Questi incontri spesso si trasformavano in vere e proprie competizioni fra virtuosi.

Le jam session sono un terreno fertile per l'incontro di musicisti, lo scambio di idee, e sono quindi l'occasione dove sono nate molte collaborazioni musicali.

A partire dagli anni sessanta anche musicisti rock presero l'abitudine di cimentarsi in jam session. Ad esempio il bonus CD dell'ultima versione dell'album Layla di Eric Clapton con uno dei suoi primi gruppi (Derek & The Dominos) include una serie di registrazioni in jam session fra Clapton, i membri della sua band e altri musicisti. Il chitarrista Duane Allman, che partecipò alla jam, fu poi invitato a registrare alcuni brani del disco con Clapton. Un altro esempio è la bonus track "Apple Jam" nel disco del 1970 All Things Must Pass di George Harrison.

Nella cultura Hip Hop, a partire dagli Anni '70 la tecnica del freestyle viene normalmente sperimentata all'interno di jam che possono avvenire ovunque, in qualsiasi luogo, specie all'interno di locali di medie dimensioni: qui le quattro discipline (MCing, DJing, Breaking, Graffiti Writing e in aggiunta anche BeatBoxing) vengono praticate in modo improvvisato.

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