Nel mondo di oggi, Numeriano è un argomento di grande interesse e rilevanza che ha catturato l'attenzione di persone di tutte le età e settori della società. Il suo impatto si è fatto sentire in diversi ambiti, dalla politica alla cultura popolare, e la sua influenza non mostra segni di diminuzione. In questo articolo esploreremo in modo approfondito l’importanza e la portata di Numeriano, analizzandone le implicazioni e le conseguenze in vari ambiti. Dalle sue origini fino alla sua evoluzione odierna, Numeriano ha generato dibattiti e polemiche, rendendo fondamentale comprenderne la natura e il suo impatto sulla società contemporanea.
Numeriano | |
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Imperatore romano | |
Antoniniano di Numeriano | |
Nome originale | Marcus Aurelius Numerianus |
Regno | dicembre 283 – novembre 284 (con Carino) |
Tribunicia potestas | da agosto 284 per 1 volta |
Cognomina ex virtute | Germanicus maximus (283) Persicus maximus (283) Britannicus maximus (284) |
Titoli | Cæsar, princeps iuventutis e nobilissimus (282-283) |
Nascita | 254 circa |
Morte | novembre 284 Nicomedia |
Predecessore | Caro |
Successore | Carino |
Consorte | figlia di Arrio Apro |
Padre | Caro |
Numeriano, il cui nome completo era Marco Aurelio Numeriano (latino: Marcus Aurelius Numerianus; 254 circa – Nicomedia, novembre 284), è stato un imperatore romano dal 283 fino alla sua morte.
Figlio minore dell'imperatore Marco Aurelio Caro e fratello minore dell'imperatore Marco Aurelio Carino, fu associato al potere con il titolo di cesare e seguì il padre in oriente, ma, dopo la morte di Caro, morì in circostanze misteriose.
Era il figlio minore dell'imperatore Caro e fu dal padre nominato cesare e "principe della gioventù" (princeps iuventutis) insieme al fratello maggiore Carino. Le fonti storiche ne descrivono gli interessi di natura letteraria: il suo talento oratorio e i discorsi scritti gli guadagnarono una notevole ammirazione.
Partecipò con il padre alla spedizione contro i Persiani, mentre al fratello Carino era affidata la parte occidentale dell'impero: dopo la vittoria e la conquista della capitale nemica Ctesifonte fu acclamato imperatore dall'esercito insieme al padre. Ancora durante la spedizione Caro morì e Numeriano gli succedette sul trono come collega del fratello.
Abbandonò forse i territori conquistati per fare ritorno nella capitale, ma venne ucciso dal suocero e prefetto del pretorio Arrio Apro, che sperava di succedergli sul trono imperiale. Secondo alcuni resoconti storici, essendosi ammalato agli occhi, il suocero gli consigliò di viaggiare in una lettiga chiusa e approfittò del fatto che non potesse apparire alla presenza dei soldati per assassinarlo. Tuttavia l'esercito, scoperto il cadavere, proclamò imperatore Diocle, il quale cambiò il suo nome nel più "latino" Diocleziano e mise immediatamente a morte Apro. Carino, rimasto a Roma, concesse onori divini al fratello assassinato e fu quindi ucciso dal proprio esercito mentre combatteva contro Diocle.
Secondo alcuni storici la versione precedente sarebbe invece una propaganda romana, volta a nascondere la sconfitta di Numeriano per mano del sovrano sasanide Bahram II e la conseguente morte dell'imperatore romano. Di tale sconfitta vi sarebbe eco in un brano di Giovanni Zonara, in cui Numeriano, sconfitto, è scotennato vivo dai suoi nemici, e in Giovanni Malalas, in cui Numeriano, che prima di iniziare la campagna contro i Persiani manda a morte il vescovo di Antiochia Babila, viene sconfitto, assediato in Carre, catturato e scuoiato. Al di là della veridicità della morte per scotennamento, episodio ricalcato su quello di Valeriano, questa sconfitta renderebbe inutile la rinuncia alle terre conquistate e la morte per mano di Apro, cui non avrebbe giovato perdere il genero mentre Marco Aurelio Carino era ancora in vita. In tal caso è possibile che nel rilievo di Naqsh i Rustam l'imperatore romano caduto sia Numeriano.
Nemesiano, un poeta africano di lingua latina, progettò di comporre un poema sulle imprese di Caro e Numeriano, ma senza mai iniziarlo.
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