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Gli spettatori o atleti ai giochi istmici | |
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Dramma satiresco perduto | |
Figura di un satiro barbuto e calvo su un vaso attico per il vino a figure rosse, ca. 500-490 a.C. | |
Autore | Eschilo |
Titolo originale | Θεωροὶ ἢ Ἰσθμιασταί |
Lingua originale | Greco antico |
Ambientazione | Davanti al tempio di Poseidone a Corinto ? |
Composto nel | 480-456 a.C.? |
Personaggi | |
Gli spettatori o atleti ai giochi istmici (in greco antico: Θεωροὶ ἢ Ἰσθμιασταί?, Theōroì è Isthmiastaì) è un dramma satiresco perduto, scritto da Eschilo nel V secolo a.C.
L'opera era incentrata sulla figura dei satiri che partecipavano ad una serie di giochi solenni che comprendevano gare di corsa, di nuoto e di palestra, ossia i giochi istmici.
Nel frammento più esteso, di circa cento versi, i satiri offrono ritratti di se stessi sotto forma di antefisse votive sul tempio di Poseidone: Dioniso appare, allora, lamentandosi che i satiri lo stanno abbandonando per l'atletica.
Un altro personaggio entra, poi, portando "nuovi giocattoli freschi usciti dall'ascia e l'incudine" (probabilmente attrezzi atletici). Sembrerebbe che questi, dunque, stia incoraggiando i satiri a intraprendere l'attività atletica (abbandonando di conseguenza Dioniso). Si è ipotizzato che questo personaggio sia Eracle, che ha modellato i "nuovi giocattoli" in questione e che spinge i satiri a partecipare, proprio in quanto protettore dei Giochi Istmici.