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«Maahes il potente farà uscire un leone verso i figli di Maahes con l'ordine di riportarli a me: le anime del dio, le anime dell'uomo, le anime dell'oltretomba, le anime dell'orizzonte, gli spiriti, i morti, così che oggi mi dicano la verità riguardo a ciò su cui sto indagando.»
Maahes (talvolta anche Mihos, Miysis, Mios, Maihes o Mahes, in greco: Μαχές, Μιχός, Μίυσις, Μίος o Μάιχες) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Era un dio della guerra, dalla testa di leone, e il suo nome significa "Colui che è davvero al suo (di lei) fianco": cioè al fianco di Maat, dea dell'ordine della verità, che Maahes proteggeva con la forza. Era venerato come figlio del dio-creatore Ptah e di una dea felina della quale condivideva la natura: nel Basso Egitto era ritenuta Bastet, mentre nell'Alto Egitto sua madre era Sekhmet, dea-leonessa strettamente legata alla guerra, in evidente analogia con lui: Maahes era associato alla guerra, come le sue madri, e alla protezione, al tempo meteorologico, ai coltelli, ai fiori di loto e all'atto di divorare i prigionieri di guerra. Era venerato soprattutto a Leontopoli e Bubasti (Par-Bast) e, secondariamente, a Edfu, Dendera e Meroe.
La più antica attestazione della figura di Maahes risale al Nuovo Regno (1550 - 1069 a.C.). Alcuni egittologi hanno ipotizzato un'origine straniera di Maahes: alcuni indizi porterebbero infatti a collegarlo al dio-leone Apedemak, venerato in Nubia e nel deserto libico.
In quanto dio-leone dalla caratteristiche protettive, era anche considerato figlio di Ra e Bast (poi Bastet), dea felina patrona del Basso Egitto, oppure di Ra e Sekhmet, la dea-leonessa della guerra, patrona dell'Alto Egitto. Dal momento che il suo culto era incentrato a Bubasti (Per-Bast) e a Leontopoli (Taremu), era maggiormente venerato come figlio di Bastet. Quando guadagnò una certa importanza e divenne protettore dell'intero Egitto, cominciò a essere ritenuto figlio di un dio di suprema importanza - Ptah oppure Ra, generalmente fuso con Atum nella figura di Atum-Ra. Nelle vesti di figlio di Ra, Maahes arpionava il perfido serpente Apopi durante il viaggio notturno di Ra (così come, ad esempio, Seth). Come divinità della guerra, Montu e Sekhmet ebbero una venerazione maggiore rispetto a Maahes.
Le divinità leonine, considerate particolarmente potenti, erano normalmente associate alla figura del faraone, che avrebbe protetto in battaglia. Nel resoconto della presa della città di Joppa, Thutmose III è chiamato "Maahes, figlio di Sekhmet". Il faraone Osorkon III (787 - 758 a.C.) della XXIII dinastia eresse un tempio in suo onore a Bubasti, città nella quale Maahes era detto figlio di Ra e Bastet - mentre a Menfi e Leontopoli, città dove esisteva una necropoli per leoni, era assimilato a Nefertum e considerato figlio di Sekhmet e Ptah.
Il nome di Maahes inizia con i geroglifici della parola "leone" (che, isolati, significano "Quello che può vedere di fronte a sé"). Il primo glifo è comune anche alla scrittura geroglifica del nome di Maat, che significa "verità" e "ordine": di conseguenza, Maahes era considerato il divoratore dei malvagi e il protettore degli innocenti. Sempre rimanendo nel campo semantico della possanza, il segno geroglifico del leone compariva in parole quali "principe", "forza" e "potere".
Maahes aveva titoli quali "Signore del massacro", "Colui che stringe il coltello", "Rosso Signore" (in riferimento al sangue), "Vendicatore su chi commette torti" e "Aiuto dei saggi". Nonostante questi epiteti sanguinosi, Maahes era ritenuto una divinità benefica, che faceva giustizia dei nemici dell'ordine cosmico e della verità. Era più comunemente indicato tramite questi epiteti anziché con il nome proprio, probabilmente per riguardo nei confronti della sua natura temibile.
Le raffigurazioni di Maahes sono rare. Era raffigurato come un uomo dalla testa di leone, talvolta con un coltello in mano e recante in capo la Doppia Corona dell'Alto e del Basso Egitto, o la corona-atef, oppure il disco solare completato dall'ureo. Era talvolta identificato con il dio del profumo Nefertum, e perciò poteva figurare con un mazzo di fiori di loto, il che ne rafforzò il collegamento con gli oli e le essenze profumate - ma poteva anche comparire come un feroce leone intento a divorare un nemico. Tra gli dei cui fu occasionalmente assimilato si possono annoverare: Shemsu (altro dio dalla testa di leone), Onuris (altro dio della guerra), Sopdu e il più importante dio Shu, che poteva assumere le sembianze di un leone.