Nel mondo di oggi, Mugnano di Napoli è un argomento che è diventato sempre più rilevante. Sia nella sfera politica, sociale, scientifica o culturale, Mugnano di Napoli ha catturato l'attenzione di persone di ogni ceto sociale. Il suo impatto è stato avvertito in modo significativo in diversi aspetti della vita quotidiana, generando dibattito, riflessione e azione. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Mugnano di Napoli, analizzandone le implicazioni, l'origine, lo sviluppo e le prospettive future. Non c’è dubbio che Mugnano di Napoli abbia segnato un punto di svolta nella nostra società, e comprenderne la portata è fondamentale per comprendere il contesto attuale e le possibili tendenze da seguire.
Mugnano di Napoli comune | |
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Largo del Municipio con il vecchio edificio comunale (a destra). Foto del 1936. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Luigi Sarnataro (PD) dal 21-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 40°54′15″N 14°12′28″E / 40.904167°N 14.207778°E |
Altitudine | 125 m s.l.m. |
Superficie | 5,25 km² |
Abitanti | 34 607 (31-12-2022) |
Densità | 6 591,81 ab./km² |
Comuni confinanti | Napoli, Marano di Napoli, Calvizzano, Giugliano in Campania, Melito di Napoli, Villaricca |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80018 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063048 |
Cod. catastale | F799 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media) |
Cl. climatica | zona C, 1 174 GG |
Nome abitanti | mugnanesi |
Patrono | San Biagio di Sebaste |
Giorno festivo | 3 febbraio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Mugnano di Napoli nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
Mugnano di Napoli (in passato, Mugnano di Capodimonte) è un comune italiano di 34 607 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. È annoverato tra gli antichi Casali del Regno di Napoli.
Mugnano di Napoli occupa il settore nord-occidentale della periferia napoletana denominato agro giuglianese o sub-flegreo incluso tra il versante meridionale della pianura campana e le falde settentrionali della collina dei Camaldoli.
L'altitudine è compresa tra le quote 101 e 146 m s.l.m. degradando progressivamente lungo la direttrice nord-sud. In direzione est-ovest l'area è pressoché pianeggiante con un dislivello di pochi metri.
La successione geologica s'inquadra nello schema generale della cintura metropolitana con depositi vulcanici che hanno origine dai Campi Flegrei e, parzialmente, dal sistema Monte Somma-Vesuvio.
La stratigrafia evidenzia materiali piroclasti quali pozzolana humificata, tufo giallo, generalmente compatto, breccia, elementi di lava, xenolite e cinerite relativa alle eruzioni vesuviane e a quelle flegree degli Astroni. Concludono la sequenza, livelli di cenere, pomice granulare policroma, lapillo e sabbia.
L'orografia risulta favorevole in quanto svolge la funzione di spartiacque dell'assetto idrografico camaldolese. Quest'ultimo appare caratterizzato da ripidi corsi d'acqua i cui ammassi di fango o lave s'immettevano nel locale torrente percorrendo a nord la pianura sino alla confluenza nel fiume Clanio.
La millenaria erosione delle acque torrentizie nei banchi di tufo ha generato solchi detti cupe e i cavòni, profondi valloni tra pareti a picco e costituiscono una nota dominante del territorio campano.
A causa delle continue inondazioni documentate sin dal XVII secolo, che apportavano ingenti danni a campagne e fattorie, con la dinastia reale dei Borbone venne realizzato a partire dal 1843 un alveo artificiale detto Il Lagno, grande innovazione per l'epoca, che attraversa Mugnano di Napoli ad ovest per una lunghezza di circa 1,5 km sfociando in mare tra Licola e Varcaturo:
«Dietro le proteste e il danno continuo delle popolazioni proprio alle porte di Napoli (...) e dopo un primo tentativo compiuto nel 1817 per rettificarne il corso, regolare il bacino inferiore del Volturno, utilizzare le torbide durante le piogge, colmare alcuni stagni e paludi fra Licola e il lago di Patria (...) il 5 ottobre 1857 fu presentato alla Discussione del Consiglio Ordinario dello Stato il progetto di regolamento pel buon regime delle terre in pendio nei raggi delle opere di bonificazione che piacque al Re e, per volere di Lui, doveva essere tenuto presente nella discussione sulla legge forestale»
Nonostante numerosi progetti di riqualificazione e recupero presentati, questo tratto è stato parzialmente coperto con interventi della Regione Campania.
È presente il clima mediterraneo che risente fortemente degli influssi tropicali. Le estati sono lunghe e calde mentre gli inverni sono brevi, relativamente miti, ma con intense precipitazioni tra ottobre e febbraio a causa dell'aria umida proveniente dal Mar Tirreno.
La classificazione climatica di Thornthwaite è la seguente: C2 B'3sb'4 (clima da umido a subumido, terzo mesotermico con moderato deficit estivo). Nell'area in oggetto, il numero di giorni piovosi è, in media, di 87 l'anno, mentre la pioggia totale annua è di 855 mm. I valori pluviometrici medi scendono al di sotto dei 50 mm mensili, durante il periodo maggio-agosto, e possono risultare nulli, in alcuni anni, tra febbraio e ottobre.
Le temperature medie invernali sono di solito attorno ai 10 °C. Quelle estive sono di 26 °C con valori massimi di 30-32 °C. Un'eccezionale nevicata, la prima attestata, risale alla Domenica delle Palme del 1700 e si protrasse per quattro giorni. Nel corso della grande ondata di freddo e nevicata del febbraio 1956 e dell'ondata di freddo del gennaio 1985, sono state registrate temperature di −4,0/−4,4 °C. L'ondata di freddo del febbraio 2012 ha comportato fenomeni nevosi durati complessivamente cinque giorni. Le ultime grandi nevicate si sono avute nel febbraio 2018 con il Burian proveniente dall'Europa Orientale.
Le alture dei Camaldoli, residuo di un grande edificio vulcanico detto Archiflegreo, furono sedi idonee allo stanziamento umano sin da epoca remota analogamente ai limitrofi pianori. Questi luoghi erano immersi nell'estesa macchia mediterranea tra boschi, selve, cedui, fratte e canneti. La scelta di zone fertili ed il controllo d'importanti itinerari naturali consentirono una graduale evoluzione dalle connotazioni migratorie silvano-pastorali a quelle stanziali agresti.
Le più antiche tracce locali di frequentazione umana sono state confermate, nel 2008, dal rinvenimento in contrada Pizzo Senza Fegato di ceramica del Bronzo Antico precedente la grande eruzione vesuviana delle pomici di Avellino verificatasi nel II millennio a.C.. I reperti si inquadrano nella facies culturale di Palma Campania. Le attività di sussistenza erano basate prevalentemente sull'agricoltura e allevamento.
A poca distanza, la direttrice odierna via Antica di Chiaiano-via Bivio-Cupa Filanda ripercorre un antico tratturo, già percorso dal Neolitico, che metteva in collegamento l'area flegreo-napoletana e il circondario settentrionale.
In epoca classica (V secolo a.C.) il territorio si collocava in posizione strategica tra l'ambiente costiero e collinare, interessato dalle colonie della Magna Grecia, e l'entroterra campano occupato da autoctoni Italici ed Etruschi, gravitando intorno a Cuma, Liternum, Puteoli, Neapolis, Velsu o Verxa (ipotizzata nei dintorni di Aversa) e Atella.
Il modello demografico che si propone vede una distribuzione di nuclei rurali sparsi, necropoli adiacenti e santuari campestri con una massiccia frequentazione dalla metà del IV secolo a.C..
Le sepolture, in prevalenza a inumazione, sono costituite da lastroni di tufo, tegoloni o semplici fosse terragne. I corredi funerari presentano, di norma, ceramica acroma di produzione locale e a vernice nera accanto alla più pregiata ceramica campana a figure rosse.
Di particolare interesse archeologico è una vasta area, oggetto di vincolo conservativo, compresa tra le contrade Napolano-Giordano, Torricelli, Fiore, Epitaffio e parte di Cannito Piccolo.
La prima scoperta archeologica documentata risale al 1829 presso contrada Monaco e consiste in alcune sepolture ascrivibili agli Italici Osco-Sanniti di inizi età ellenistica tra il IV secolo a.C. ed il III secolo a.C.. All'interno furono rinvenuti vasellame e alcune monete di Napoli e della colonia romana di Suessa..
Al medesimo periodo risalgono i resti di un insediamento abitativo, unico esempio attestato in Campania, e una vasta necropoli composta da 70 sepolture, rinvenuti in contrada Paparelle dall'archeologo Davide Fabris nel 1998. Tali vestigia sono parzialmente inglobate nel piano-cantinato della Scuola Media Statale Illuminato-Cirino che costituisce il Museo Ipogeo in fase di completamento.
Durante la tarda repubblica romana (fine I secolo a.C.) l'area raggiunse la più alta densità demografica in seguito all'espansione della colonia marittima di Puteoli, con numerose ville rustico-residenziali e monumenti funerari collegati alla via Consolare Campana, garantendo uno sviluppo sociale ed economico sino alle invasioni barbariche del V secolo. Questi edifici erano di proprietà di famiglie appartenenti alla classe dirigente cittadina, liberti di condizione agiata e collegi funerari.
Un mausoleo di epoca imperiale (I secolo d.C.) è utilizzato come cisterna nella Masseria Torricelli (fine XVI secolo) situato in via Antica di Chiaiano.
Un ipogeo di I-II secolo d.C. oggi scomparso e una villa rustico-residenziale di fine I secolo a.C.-III secolo d.C. sono stati rinvenuti, rispettivamente, in via Giacomo Brodolini e via Giuseppe Di Vittorio tra il 1970 ed il 1990.
Sepolture a coppi e tegoloni del medesimo periodo costituivano le deposizioni più modeste di braccianti e schiavi al servizio dei proprietari locali.
Resti della centuriazione della Campania antica Ager Campanus I-II, con assegnazione di terre a veterani di guerra, sono individuabili nelle odierne direttrici stradali:
Lungo l'alveo di Camaldoli sorse, intorno al V secolo, l'abitato rurale di Carpinianum, ritenuto la prima fondazione della cittadina, con la chiesa intitolata a San Giovanni Battista.
In seguito alle incursioni di Visigoti, Vandali, Eruli, Ostrogoti in Campania e, più tardi, di Longobardi nel tentativo di conquistare Napoli, Franchi e Saraceni gli abitanti di Carpignano si trasferirono gradualmente dalla parte opposta dell'alveo i cui argini, probabilmente elevati, consentivano un riparo adeguato.
Di conseguenza, nacque Munianum che corrisponde all'attuale centro storico. Un atto notarile risalente all'anno 955 menziona in loco Muniani alcuni terreni e una piscina (serbatoio d'acqua). Da un documento del 959 si viene a conoscenza dell'esatta posizione geografica, a settentrione della cappella di Santa Maria Assunta al Trivio nei possedimenti della Chiesa dei Santi Severino e Sossio.
Secondo l'ipotesi più attendibile, il toponimo deriverebbe dal verbo latino munìre="proteggere", in relazione ad un locus munitus posto ai limiti settentrionali del Ducato di Napoli. Documenti e cartografie antiche riportano le denominazioni Munianum, Mugnanum, Mungnanum, Mognano, Mongano e Moiano.
Nel corso del XIII secolo, Federico II di Svevia riconobbe a Mugnano la fisionomia giuridica di Universitas Civium ovvero, una comunità autonoma di cittadini, che mantenne rapporti specifici e privilegi con Napoli.
Tra fine XVII secolo e inizio XVIII troviamo la definizione:
«Mugnano, Casale Regio di Napoli, da cui n'è distante miglia 4 incirca, situato in luogo piano, ove l'aria non è delle insalubri»
Nel 1789 Mugnano fu sede di un importante Circolo di «Studi di Antichità» nel Palazzo Dentice, cui vi prendeva parte il Marchese Michele Arditi, Soprintendente agli Scavi del Regno Borbonico e Direttore Generale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il casale in passato era mèta delle migliori famiglie nobili napoletane, alcune delle quali vi si stabilirono. Storia documentata è che a Mugnano nacquero molti esponenti della casata Capece Minutolo, tra questi anche il primo ''Principe di Canosa'' Fabrizio Capece Minutolo (29 giugno 1684). Un figlio adottivo (come risulta da documenti del Tribunale di Napoli) di quest'ultimo, ovvero Fabrizio Riccardo Memola Capece Minutolo, fu Sindaco di Mugnano per ben due mandati elettorali: dal 21 febbraio 1885 al 25 maggio 1888, in seguito dal 1º ottobre 1900 all'8 ottobre del 1909 e ciò risulta anche dall'elenco dei sindaci che hanno amministrato la città.
Nel 1806 furono emanate le Leggi eversive della feudalità che decretarono la fine di tutti i privilegi feudali nel Regno di Napoli e l'inizio dell'Amministrazione comunale.
Mugnano di Napoli ha, come propri simboli distintivi, lo stemma e il gonfalone concessi con D.P.R. dell'11 novembre 1974.
Il vecchio stemma raffigurava un mugnaio con un asino intento a girare una macina da mulino. I documenti anteriori alla proclamazione del Regno d'Italia recano il timbro con lo stemma del Regno delle Due Sicilie adottato il 2 agosto 1802.
Lo stemma attuale è estratto dall'Archivio di Stato di Napoli ed è conforme al sigillo esistente nel fondo Voci di Vettovaglie in Terra di Lavoro (XVIII secolo):
«D'azzurro, al tralcio di vite posto in banda abbassata sul fianco sinistro dello scudo, pampinoso di sei e fruttato di quattro, il tutto d'oro, sormontato da uno stiletto d'argento, posto in palo, manicato d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
«Drappo troncato di giallo e d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Mugnano di Napoli. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
fu il primo fulcro intorno al quale sorse il villaggio di Carpignano. Restaurata nel 1656 e nel 2004.
Lungo la "via Antica Chiaiano" è situato un sepolcreto cinerario a forma di torre, risalente al I secolo d.C. Attorno a questa torre romana, dal XVI secolo in poi, vennero costruiti diversi corpi di fabbrica, arrivando a formare una masseria fortificata denominata Masseria Torricelli. Accanto a questa masseria è ubicata una piccola cappella in stile gotico, chiamata Santa Maria di Campo d’Isola.
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 610 persone, pari all'1,79% della popolazione.
Molto sentita dalla popolazione è la Festa del Sacro Cuore di Gesù, dieci giorni di festeggiamenti collegati a concerti bandistici e fuochi pirotecnici.
Campo delle Mele, Cannito Grande, Cannito Piccolo, Caracciolillo, Caracciolo-Aiello, Epitaffio, Fiore, Fruscio, Monaco, Murelle-Bosco, Napolano, Paparelle, Pastena, Pizzo Senza Fegato, Pozzillo, Ramora, Romora, Rossa, S. Alfonso, S. Giovanni a Campo, S. Giovanni a Carpignano, Terracciano, Torricelli, Zì Peppe.
Le coltivazioni locali, caratterizzate in passato da una produzione cereagricolo-vinicola unitamente a quelle più rinomate della canapa del lino e del tabacco, sono tipiche di un ambiente asciutto o supportato da adeguata irrigazione.
Sono presenti appezzamenti prevalentemente frutticoli, seguite da rare superfici seminative o incolte, nei quali troviamo la Melannurca campana e la Ciliegia (varietà Arecca, Bigarreau, Del monte, Durone I-II-III, Ferrovia, Giorgia, Lapins, Maggiaiola e Malizia) seguite dal pesco, albicocco, susino, nespolo, gelso, noce, nocciolo, mandorlo e cachi.
La vite, assente nel censimento del 1991, è quasi sempre associata al frutteto, normalmente maritata ad essenze quali il pioppo retaggio di antichissimi metodi in uso nella Pianura Campana. È, inoltre, riscontrata la varietà detta a cornicelli, un tempo molto diffusa, ma che, oggigiorno, risulta difficilmente reperibile.
Il Comune promuove il mercato ittico lungo un'area di 40.000 metri quadri, mentre, negli anni Sessanta-Settanta, era rinomato l'artigianato delle calzature. Sopravvive la lavorazione del ferro e del vetro.
Il trasporto pubblico a Mugnano è affidato alle autolinee esercite da ANM.
Fra il 1902 e il 1960 la città era collegata col capoluogo di regione mediante un'apposita diramazione delle tranvie di Capodimonte attraverso la linea 62.
Sino al 1976, in via Napoli era in funzione la stazione facoltativa della ferrovia Alifana che collegava Piazza Carlo III a Napoli con Terra di Lavoro. La vecchia stazione di Mugnano-Calvizzano è situata in via Raffaele Granata al confine con Calvizzano.
Era in via di realizzazione nel corso degli anni 2000 una metropolitana leggera, denominata MicroMetrò, il cui percorso si sarebbe dovuto sviluppare da Villaricca, passando per Mugnano, Calvizzano, Marano e terminando alla fermata di Piscinola della Linea 1 della metropolitana di Napoli. Tuttavia, terminata la progettazione, i fondi già stanziati per il MicroMetrò furono spostati per terminare il prolungamento della Linea 1 fino alla stazione di Toledo e alla stazione di Garibaldi, attuale capolinea.
La nuova stazione di Mugnano, appartenente alla linea metropolitana regionale Napoli-Giugliano-Aversa (detta anche linea Arcobaleno), viene gestita dall'Ente Autonomo Volturno ed è stata inaugurata il 16 luglio 2005. Il colore che la contraddistingue è il viola.
Nel Dicembre del 2022 è stato approvato dalla Città Metropolitana di Napoli il nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che prevede la costruzione, entro il 2031, di una Tramvia a sede riservata, detta Gronda Ovest, che dalla stazione di Chiaiano della Linea 1 passerà per i comuni di Mugnano di Napoli, Marano di Napoli, Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Giugliano in Campania, fino alla stazione di Licola della Circumflegrea.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 aprile 1995 | 9 settembre 1996 | Maurizio Maturo | PDS | Sindaco | |
9 settembre 1996 | 12 maggio 1997 | Vincenzo De Vivo | Commissario | ||
12 maggio 1997 | 10 gennaio 2000 | Maurizio Maturo | PDS | Sindaco | |
10 gennaio 2000 | 1º maggio 2000 | Eugenia Valente | Commissario | ||
1º maggio 2000 | 17 agosto 2000 | Francesco Chianese | DS | Sindaco | |
17 agosto 2000 | 9 marzo 2004 | Daniele Palumbo | DL | Sindaco | |
9 marzo 2004 | 5 aprile 2005 | Mariagrazia D'Ascia | Commissario | ||
5 aprile 2005 | 13 aprile 2010 | Daniele Palumbo | PD | Sindaco | |
13 aprile 2010 | 24 aprile 2014 | Giovanni Porcelli | PD | Sindaco | |
24 aprile 2014 | 15 giugno 2015 | Claudio Vacaro | Commissario | ||
15 giugno 2015 | In carica | Luigi Sarnataro | PD | Sindaco |
L'impianto calcistico locale è lo Stadio Alberto Vallefuoco.
Nel Comune aveva sede la società Neapolis, non più attiva. Il Naples 1926 C5, è invece una società di calcio a 5 che milita nel campionato regionale di Serie C1.
Nel 2013, per la prima volta nella sua storia, la società Stet Mugnano disputa la Serie A.