Osogna

Nel mondo contemporaneo, Osogna gioca un ruolo fondamentale nella società odierna. Sia a livello personale, sociale, politico o economico, Osogna ha acquisito un’innegabile rilevanza nelle nostre vite. Dalle sue origini ad oggi, Osogna è stato oggetto di dibattito, analisi e riflessione in diversi ambiti, generando opinioni e polemiche. In questo articolo approfondiremo l’impatto e l’importanza di Osogna nel contesto attuale, esplorandone le implicazioni e aprendo il dibattito sulla sua rilevanza nella società contemporanea.

Osogna
frazione
Osogna – Stemma
Osogna – Veduta
Osogna – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoRiviera
ComuneRiviera
Territorio
Coordinate46°18′45″N 8°59′13″E / 46.3125°N 8.986944°E46.3125; 8.986944 (Osogna)
Altitudine279 m s.l.m.
Superficie18,97 km²
Abitanti1 069 (31-12-2016)
Densità56,35 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale6703
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5286
TargaTI
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Osogna
Osogna
Sito istituzionale

Osogna (in tedesco Usonien, desueto, in dialetto ticinese Osögna) è una frazione di 1.069 abitanti del comune svizzero di Riviera, nel Canton Ticino (distretto di Riviera).

Geografia fisica

Il rifugio d'Örz nella valle di Osogna

Osogna è a 15 km a nord di Bellinzona e a 5 km a sud di Biasca, sulla sponda sinistra del fiume Ticino. La cima più alta è il Torrone Alto (2 952 m s.l.m.).

Il torrente Nala divide in due il borgo; il torrente Boggera segna il confine con la frazione di Cresciano. Le rocce della regione sono lo gneiss e il granito. La vegetazione è costituita castagni, faggi e altre latifoglie fino a 900 m s.l.m. e in seguito da conifere (abete, larice) fino a 2 000 m s.l.m. Il Ticino allagava sovente i prati e i campi del piano. Ancora oggi, malgrado i ripari, capita che alcune zone vengano allagate.

Storia

XIII-XVIII secolo

La località viene nominata per la prima volta nel 1210 (Usonia), ma presso il torrente Nala sono state trovate tombe romane.

L'agricoltura era l'attività principale della popolazione: castagne, vigneti (nella corrispondenza tra il duca di Milano e Giovanni Molo, vicario di Claro e Osogna, nel 1459 tale Giacomo da Cornon voleva costringere il comune a ricostruire il muro della sua vigna, indebitamente abbattuto), grano (i covoni di grano erano battuti e messi a seccare sulla rascana, struttura in legno simile a una scala a pioli, nella zona chiamata appunto Rascana) e segale.

Nella valle di Osogna c'erano molti animali selvatici: l'ultimo orso è stato ucciso da Giuseppe Mattei nel 1811. Il cantone versava 50 lire di Milano per ogni orso ucciso (bisognava consegnare la zampa destra).

Un regolamento della vicinanza di Osogna del 1410 precisava che se una famiglia aveva più di dieci capre doveva pagare una decima (un capretto buono). Nell'assemblea dei vicini del 3 agosto 1448 si decise la locazione di un edificio per una segheria: i presenti erano designati solo con il nome. Il godimento dei pascoli durante l'estate era diviso fra le famiglie patrizie. Questa attività agricola tipica delle regioni alpine (transumanza statica: si cominciava a salire sui primi monti per terminare sui pascoli a 2 000 m s.l.m. alla fine dell'estate) fu abbandonata nel 1950.

Osogna fu il capoluogo del baliaggio di Riviera dal 1573 al 1798 e del distretto di Riviera dal 1803. Il balivo o landfogto rappresentava il potere dei tre cantoni sovrani (Uri, Svitto e Untervaldo) e amministrava la giustizia; le esecuzioni capitali avevano luogo alla "Giustizia" fra Biasca e Osogna (ad esempio quelle comminate a assassini, stregoni, eretici e streghe).

XIX-XXI secolo

Il villaggio era un luogo di passaggio sulla strada del passo del San Gottardo; alcune osterie si occupavano dei passeggeri e dei cavalli che si fermavano per la notte. L'apertura della ferrovia del Gottardo (nel 1882) permise a diversi abitanti di lavorare come operai per la manutenzione della linea, meccanici alle officine di Biasca e Bellinzona o ferrovieri sui treni. L'emigrazione verso gli Stati Uniti e l'America Latina fu molto forte dal XIX secolo e fino alla seconda guerra mondiale. Dopo la prima guerra mondiale, la scuola elementare di Osogna fu conosciuta nel Cantone e all'estero poiché la maestra Giovannina Mattei-Alberti praticava il metodo Montessori.

L'estrazione del granito si sviluppò dalla fine del XIX secolo, con l'apertura della ferrovia del Gottardo; nel 1899 lavoravano 1 500 operai nelle cave di Osogna: era una delle principali industrie ticinesi, molto dipendente dall'attività edilizia. Nel 1908 la produzione era già diminuita di metà e la concorrenza del calcestruzzo armato diventava sempre più forte. Gli operai provenivano dall'Italia e la silicosi era una malattia professionale tipica per gli scalpellini. Gli scioperi per ottenere delle migliori condizioni di lavoro e di salario erano frequenti. Le ultime cave furono attive fino al 1960; oggi, le cave ancora aperte si trovano a Cresciano.

Il territorio del comune di Osogna prima degli accorpamenti comunali del 2017

Già comune autonomo che si estendeva per 18,97 km², il 2 aprile 2017 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Cresciano, Iragna e Lodrino per formare il comune di Riviera, del quale Osogna è capoluogo.

Monumenti e luoghi d'interesse

La chiesa parrocchiale dei Santi Felino e Gratiniano

Società

Evoluzione demografica

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella:

Abitanti censiti

Amministrazione

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione. Il patriziato di Osogna possiede tutta la zona montana, in particolare i boschi e i pascoli della valle di Osogna, e risale alla vicinia del Medioevo.

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Note

  1. ^ Osognesi
  2. ^ a b c d e f g h Giuseppe Chiesi, Osogna, in Dizionario storico della Svizzera, 5 aprile 2017. URL consultato il 27 novembre 2017.
  3. ^ a b Tarcisio Pellanda et alii, Osogna, Archivio di Stato, Bellinzona, 2010
  4. ^ Flavio Marelli, L'economia forestale ticinese nella realtà socio-economica cantonale, Revue Ingénieurs et architectes suisses, 103, 1983
  5. ^ ZP 5 Zona con rischio d’inondazione in località Cogn
  6. ^ Marzio Barelli, Lupi, orsi, linci e aquile, JAM Edizioni, Prosito, 2005
  7. ^ Vittorio F. Raschèr (a cura di), Materiali e documenti ticinesi, Serie II (Riviera), Casagrande, Bellinzona 1993.
  8. ^ Luciano Moroni Stampa, Giuseppe Chiesi, Ticino ducale, Bellinzona, 1994.
  9. ^ Harold Baumann, 1907-2007: Hundert Jahre Montessori-Pädagogik, Haupt, 2007
  10. ^ Agostino Robertini et alii, Osogna, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1978, p. 284
  11. ^ Dizionario storico della Svizzera
  12. ^ Eligio Pometta, Il Comune libero di Osogna nel 1400, in Bollettino storico della Svizzera Italiana, 1935, 82-85

Bibliografia

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 245-246.
  • Eligio Pometta, Il Comune libero di Osogna nel 1400, in Bollettino storico della Svizzera Italiana, 1935, 82-85.
  • Diego Malaguerra, Associazioni padronali e sindacati operai nell'industria del granito ticinese, Pedrazzini, 1958.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 42, 301, 323, 471-472.
  • Aldo Pedraita, Gli ultimi animali feroci del Cantone Ticino, Il Nostro Paese, marzo 1969.
  • Agostino Robertini et alii, Osogna, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1978, 282-292.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 37-39.
  • Giorgio Cheda, L'emigrazione ticinese in California, Armando Dadò, Locarno 1981.
  • Vittorio F. Raschèr (a cura di), Materiali e documenti ticinesi, Serie II (Riviera), Casagrande, Bellinzona 1993.
  • Luciano Moroni Stampa, Giuseppe Chiesi, Ticino ducale, Bellinzona, 1994.
  • Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
  • Marzio Barelli, Lupi, orsi, linci e aquile, JAM Edizioni, Prosito, 2005.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 28, 65, 69-70.
  • Harold Baumann, 1907-2007: Hundert Jahre Montessori-Pädagogik, Haupt, 2007.
  • Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, 148, Casagrande, Bellinzona 2010, 207, 220, 241.

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