Oggi parleremo di Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un argomento che ha suscitato grande interesse e dibattito negli ultimi tempi. Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è un problema che colpisce persone di ogni età, sesso e classe sociale e il suo impatto si fa sentire in diversi aspetti della vita quotidiana. Mentre continuiamo a esplorare i diversi aspetti di Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è importante tenere presente la sua rilevanza e il modo in cui può influenzare le nostre vite. In questo articolo approfondiremo i diversi aspetti di Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, analizzeremo le sue implicazioni e forniremo informazioni utili per comprendere meglio questo argomento. Quindi unisciti a noi in questo viaggio alla scoperta mentre esploriamo di più su Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e la sua importanza nella nostra società!
| Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga | |
|---|---|
| Tipo di area | parco nazionale |
| Codice WDPA | 63642 |
| Codice EUAP | EUAP0007[1] |
| Class. internaz. | IUCN category II - SIC - ZPS[2] |
| Stati | |
| Regioni | |
| Province | |
| Comuni | 44 |
| Superficie a terra | 141.341 ha |
| Provvedimenti istitutivi | L 394 6/12/1991 - DD.MM. 4/12/92 - 4/11/93 - 22/11/94 - D.P.R. 5/6/95 |
| Gestore | Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga |
| Presidente | Tommaso Navarra |
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| Mappa di localizzazione | |
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| Sito istituzionale e Sito istituzionale | |
Il parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga è un parco nazionale istituito nel 1991. Terza riserva naturale protetta più grande d'Italia per estensione territoriale, è situato per la maggior parte in Abruzzo (provincia dell'Aquila, Pescara e Teramo), risultando uno dei tre parchi nazionali presenti nel territorio regionale, e in misura minore nelle zone adiacenti del Lazio (provincia di Rieti) e delle Marche (provincia di Ascoli Piceno).

Il parco si estende per una superficie di circa 141.341 ettari[1] su un terreno prevalentemente montuoso, comprendente il massiccio del Gran Sasso d'Italia e la catena dei Monti della Laga, posta poco più a nord di questo lungo la stessa dorsale orientale dell'Appennino centrale abruzzese. Il territorio del parco è diviso in 12 distretti:
Il parco ricadeva nei territori delle ormai abolite Comunità montana Gran Sasso, Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli, Comunità montana della Laga, Comunità montana del Velino e Comunità montana del Tronto.
Barete, Barisciano, Cagnano Amiterno, Calascio, Campotosto, Capestrano, Capitignano, Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Castelvecchio Calvisio, L'Aquila, Montereale, Ofena, Pizzoli, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia degli Abruzzi
Arsita, Campli, Castelli, Civitella del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia, Montorio al Vomano, Pietracamela, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Tossicia, Valle Castellana.

Brittoli, Bussi sul Tirino, Carpineto della Nora, Castiglione a Casauria, Civitella Casanova, Corvara, Farindola, Montebello di Bertona, Pescosansonesco, Villa Celiera
Acquasanta Terme, Arquata del Tronto

La flora del Parco nazionale del Gran Sasso d'Italia e Monti della Laga è estremamente varia a seconda della zona e della quota d'interesse: andando dalla parte sud-est della catena del Gran Sasso d'Italia, versante aquilano, verso la parte nord-ovest, versante teramano, troviamo un ambiente totalmente diverso. Infatti nella zona a sud-est i boschi sono presenti solo a quote relativamente basse e sono composti principalmente da pino nero e querce (zona di Castel Del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano e San Pio delle Camere). Più in alto si trovano soltanto pascoli e solo nella zona di Fonte Vetica troviamo un piccolo tratto con alcuni abeti e betulle.
Le piante che possiamo tipicamente trovare dalle quote medie in giù sono cerri, roverelle, ornielli, maggiociondoli, meli selvatici, cornioli, genziana (davvero abbondante sul Gran Sasso sul versante aquilano e che rappresenta una specie protetta sebbene raccolta dai locali per produrre il famoso liquore alla genziana) e ginepro (anch'esso protetto e presente soprattutto sulla cima di Pizzo Cefalone). Nella zona alta e nella piana di Campo Imperatore il terreno presenta invece solo pascoli.

Nella zona più a nord del Gran Sasso, versante teramano, troviamo principalmente faggeti, con boschi sterminati che rendono la zona davvero suggestiva, soprattutto nella zona di Pietracamela, paesino situato ai piedi del Corno Piccolo, raggiungibile esclusivamente tramite la statale 80, se provenienti da Teramo, ovvero dal passo delle Capannelle provenendo dall'Aquila.
Tra gli alberi presenti troviamo alberi di tasso, agrifoglio, acero di monte, sorbo montano e numerosi nuclei di abete bianco. Esistono alcune specie di vegetali che meritano una menzione particolare: questi sono il salice erbaceo, la stella alpina dell'Appennino (piuttosto frequente sul Gran Sasso e che rappresenta una specie estremamente protetta), il ranuncolo magellense, la primula orecchia d'orso ma anche l'adonide curvata, il papavero alpino, l'astragalo aquilano, la soldanella alpina e l'anemone dell'Appennino.
Nella zona di Campo Imperatore e nella zona di Montecristo, durante l'autunno, è facile trovare il fungo prataiolo (Agaricus Campestris) molto ricercato nella zona. Esistono anche molte altre specie di funghi come i porcini e le morette tra i boschi che popolano l'intero parco[3]. Sui Monti della Laga sono presenti numerosi boschi di faggi, abeti bianchi, querce, castagni, aceri, tassi, tigli, frassini, olmi, agrifoglio e rare foreste di betulle. Sono presenti anche orchidee rare come l'orchidea epipogio senza foglia.

L'area protetta è abitata anche da numerosi mammiferi e uccelli. La specie più interessante del Parco è rappresentata dal camoscio d'Abruzzo, ungulato endemico degli Appennini, che aveva nel Gran Sasso una sua roccaforte finché la persecuzione diretta dei “cacciatori di camozze” ne causò, sul finire del '800, la scomparsa. Dopo cento anni il camoscio è tornato sul Gran Sasso grazie ad una riuscita operazione di reintroduzione (tra il 1992 ed il 1999) ed una popolazione che era stimata nel 2015 intorno ai 662 esemplari[4] e nel 2021 in circa 1.200.
Nel territorio del Parco vivono altri grossi erbivori come il cervo (reintrodotto nel 2004) e il capriolo, ed il loro predatore per eccellenza, il lupo appenninico, che va ricostituendo piccoli branchi. Da qualche tempo fa apparizioni sporadiche anche l'orso bruno marsicano, con esemplari maschi erranti (2 nel 2021 secondo il Rapporto Orso marsicano): il parco è idoneo, secondo alcune ricerche del Ministero dell'Ambiente, ad ospitare una popolazione ursina di 20 - 30 esemplari, di cui 9 femmine riproduttive.
Tra gli altri mammiferi sono presenti la volpe, il cinghiale, la martora, il gatto selvatico, il tasso, la faina, la puzzola, l'istrice e diverse altre specie di roditori. Alle quote più elevate, l'arvicola delle nevi, un piccolo roditore, è arrivato con l'ultima glaciazione e qui rimasto come relitto glaciale.
Tra gli uccelli troviamo rapaci rari come l'aquila reale, l'astore, il falco pellegrino, il lanario, il gheppio, il lodolaio e il gufo reale. L'avifauna più rappresentativa è quella delle alte quote, con le popolazioni appenniniche più numerose di fringuello alpino, spioncello, pispola e sordone. Sono presenti anche la coturnice, il codirossone, il gracchio alpino e quello corallino, con popolazioni numericamente rilevanti su scala europea. Sono stati avvistati dagli abitanti del luogo anche diversi esemplari di airone nei pressi del lago di Campotosto e nel comune di Crognaleto.
I pascoli, le aree più in basso e i coltivi tradizionali ospitano specie come l'ortolano, la cappellaccia, il calandro, la passera lagia e l'averla piccola, forse meno vistose, ma estremamente interessanti sotto l'aspetto biogeografico ed in rapido declino in Europa.

Le praterie di quota sono invece l'habitat ideale per la vipera dell'Orsini, un piccolo serpente che si nutre di insetti, presente con la più consistente popolazione nazionale. Tra le altre specie di serpenti sono da ricordare il colubro di Esculapio e la Coronella austriaca. Interessante il popolamento di anfibi, con endemismi appenninici quali la salamandrina dagli occhiali e il geotritone, abitante delle grotte. Sui Monti della Laga è molto localizzata la presenza della Rana temporaria e del tritone alpestre, che in tutto l'Appennino centro-meridionale, oltre che nel Parco, si possono osservare solo in una ristretta area della Calabria. Sono presenti anche i tritoni: crestato e comune.
L'interesse biogeografico del Parco è confermato dalla presenza di fauna invertebrata come insetti e altri gruppi ricchi di entità endemiche o a carattere relittuale, a volte con affinità con la fauna alpina e con quella montana dell'Europa orientale.
Borghi e città



Il Parco nazionale costeggia i territori della conca aquilana, del Campo Imperatore e della Piana di Navelli.




Fuori dalla città sono facilmente raggiungibili le frazioni di San Vittorino, che conserva la città romana di Amiternum con l'anfiteatro, e Assergi, con il borgo medievale ancora ben conservato, racchiudente la chiesa di San Franco. Appena fuori dal centro si trova il Santuario di San Pietro della Ienca, visitato anche da Papa Giovanni Paolo II.
Architetture religiose
L'elenco propone le chiese e le basiliche di maggior interesse artistico e culturale, nonché storico.


Castelli

Campo Imperatore e Campo Pericoli

Campo Imperatore è delimitato a ovest da parte della dorsale occidentale del Gran Sasso con il Monte Scindarella e Monte Portella, a nord-est da parte della dorsale orientale del massiccio con i monti Aquila, Brancastello, Prena e Camicia e dal Corno Grande (nell'estremità nord-occidentale dell'altopiano, al confine con Campo Pericoli), a est dai monti Vito, Guardiola e Capo di Serre e a sud-ovest dalla catena formata da Montecristo-Fossa di Paganica e Monte Bolza che separa l'altopiano dal territorio di Santo Stefano di Sessanio e Calascio. I prodromi meridionali sono segnati dal Pian del Voltigno e il Vallone di Cretarola a sud di Fonte Vetica. I passi che lo delimitano sono Vado di Corno ad est, Vado di Sole e Valico di Capo la Serra a sud, Sella di Monte Aquila e Passo della Portella a nord.
Il territorio è quasi del tutto spoglio di vegetazione sia per la quota altimetrica abbastanza elevata sia per l'opera di disboscamento dei secoli passati. Dispone di una buona biodiversità arborea e aviforme con presenza di aquile, falchi, gracchi e numerose specie di passeriformi durante il periodo migratorio. È luogo di pascolo e refrigerio estivo per mandrie e greggi dei centri limitrofi come Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio, nonché in passato luogo di riferimento per la pastorizia e la transumanza.
Complesso dell'Istituto Nazionale Geofisica

Campo Imperatore è meta di astrofili e appassionati di astronomia per via della quota altimetrica e della lontananza da sorgenti di inquinamento luminoso e dell'aria che rendono il luogo ideale per l'osservazione astronomica. Dispone di una stazione di osservazione, facente parte dell'Osservatorio astronomico d'Abruzzo, costruita tra il 1948 e il 1955 ed equipaggiata con un telescopio di oltre un metro di diametro. A partire dal 2001 l'Osservatorio è stato sede del programma internazionale CINEOS che ha portato alla scoperta di 61000 asteroidi e 1500 nuovi oggetti, tra cui 6 near-Earth object e un planetoide. Da oltre vent'anni, inoltre, Fonte Vetica è sede di diversi campi astronomici organizzati regolarmente da associazioni di astrofili provenienti da tutta Italia. Molto famoso è il Campo Astronomico patrocinato dal Gruppo Astrofili Pescaresi "RA" (GASPRA), la cui prima edizione si è tenuta nel 1988[senza fonte].
Lago di Campotosto

È il più grande lago artificiale d'Abruzzo ed è il secondo più grande d'Europa tra i territori dei comuni di Campotosto (da cui il nome), Capitignano e L'Aquila, a un'altitudine di 1.313 m s.l.m., con una superficie di 1400 ettari, raggiunge una profondità massima compresa tra i 30 e i 35 metri[7].
Borghi

Architetture religiose e militari

Una strada molto suggestiva nonché un percorso stradale di collegamento molto importante per il parco è la Strada maestra del Parco che attraversa il Parco nel territorio di confine tra il massiccio del Gran Sasso e la catena della Laga collegando la provincia dell'Aquila con quella di Teramo. A scopo esclusivamente escursionistico: a piedi, a cavallo ed in MTB è presente nel parco l'ippovia del Gran Sasso.
Nel parco inoltre sono presenti le seguenti stazioni sciistiche:
Altri impianti sciistici, non più attivi, sono collocati a Montecristo, nel versante aquilano, e San Giacomo, nel versante teramano. In località Fonte Cerreto, nei pressi di Assergi ed alla base della funivia del Gran Sasso d'Italia, nel 2016 è stato aperto al pubblico un parco avventura; un altro è presente a Prati di Tivo.
La lista è parziale.


A piedi
In bicicletta
A cavallo

Tra i prodotti artigianali vi è innanzitutto la maiolica di Castelli, ceramica locale conosciuta per la varietà delle tonalità di colore e per i vari disegni di vita contadina dipinti in utensili da cucina o da collezione. A Santo Stefano di Sessanio si conserva ancora l'arte della tessitura, con la materia prima della lana delle pecore locali. Nella valle Siciliana invece, tra Pietracamela e Tossicia, si producono oggetti da collezione e da cucina in rame, nel solco della tradizione, mentre a Pietracamela è tipica la tradizione culturale della Zampogna.
Largamente prodotti in zona (Capestrano, L'Aquila, Civitella Casanova) sono i tipici arrosticini, per la numerosa presenza di pecore. All'Aquila inoltre vi è una grande varietà di antipasti tipici della cucina abruzzese comprendenti carne e formaggi come la mortadella di Campotosto[8], la ventricina di Crognaleto, il pecorino di Farindola[9] e gli agnellini "alla pecorara" condite con lenticchie di Santo Stefano di Sessanio[10] o di contorno. Come condimento dei primi piatti molto diffuso è lo zafferano dell'Aquila, i cui campi di lavoro si trovano a Navelli, il Guanciale amatriciano e il sugo all'Amatriciana di Amatrice e il tartufo nero di Castelli. Famose sono anche la carne di cinghiale, la pecora alla cottora e i funghi porcini. Come dolce sono diffusi il torrone aquilano, le ferratelle e le zeppole. Per alcuni prodotti agroalimentari, il parco ha concesso l'utilizzo del nome e del logo del Parco al fine di valorizzare, promuovere e tutelare i prodotti tipici[11].

Legge 6 dicembre 1991 nº 394; Decreti ministeriali 4 dicembre 1992, 4 novembre 1993, 22 novembre 1994; Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1995
Ente Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga con sede all'Aquila, attualmente nella frazione aquilana di Assergi.
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