De Pythiae oraculis

In questo articolo affronteremo il tema De Pythiae oraculis da diverse prospettive con l’obiettivo di approfondirne l’importanza e la rilevanza oggi. De Pythiae oraculis è un argomento che ha suscitato un crescente interesse in diversi settori e un'analisi approfondita può far luce sulle sue molteplici sfaccettature. Nelle prossime righe esploreremo i diversi aspetti di De Pythiae oraculis, presentando opinioni e approcci diversi che consentiranno al lettore di comprendere appieno la complessità e il significato di questo argomento. Attraverso un approccio multidisciplinare, approfondiremo le conseguenze e le sfide poste da De Pythiae oraculis, offrendo così una visione completa che contribuirà alla conoscenza e alla comprensione di questo fenomeno.

De Pythiae oraculis
Titolo originaleΠερὶ τοῦ μὴ χρᾶν ἔμμετρα νῦν τὴν Πυθίαν
Altri titoliPerché la Pizia non dia più oracoli in versi
Busto moderno di Plutarco nella sua Cheronea.
AutorePlutarco
PeriodoI-II secolo
Generesaggio
Sottogeneredialogo, religione
Lingua originalegreco antico
SerieMoralia

Il De Pythiae oraculis (Περὶ τοῦ μὴ χρᾶν ἔμμετρα νῦν τὴν Πυθίαν) è un trattato religioso compreso nei Moralia di Plutarco.

Struttura

Il dialogo riguarda il tema per cui anche l'oracolo di Delfi, oltre ad altri oracoli beotici e greci, sembrano essere in qualche modo decaduti, secondo alcuni, perché non forniscono più i responsi in versi, ma in prosa.

Da ciò trae spunto la discussione, in cui l'autore sente il dovere di difendere l’oracolo, affermando che ora è soprattutto la gente comune, quella del popolo, a chiedere all'oracolo risposte sulla propria quotidianità. Ma tutto ciò non deve essere letto come impoverimento o svilimento del mistero delfico: l’epoca di pace e tranquillità ha reso le persone più inclini al privato che al pubblico, ma anche più serene.

Del dialogo, sicuramente, va apprezzato il profondo senso di rispetto per la religiosità delfica, che emerge soprattutto nelle ultimissime pagine, in cui si ribadisce l’assoluta imperscrutabilità del divino, che parla per mezzo degli oracoli in modo sempre difficile.

Tra l'altro, oltre al suo ruolo di sacerdote, Plutarco conosceva benissimo la storia dell'oracolo, tanto da averli raccolti in un'opera perduta, Raccolta di oracoli (Χρησμῶν συναγωγή).

Note

  1. ^ 394D–409D.
  2. ^ N. 171 nel catalogo di Lampria.

Bibliografia

Voci correlate

Controllo di autoritàVIAF (EN175152138562010980619 · BAV 492/11176 · LCCN (ENn97002606 · GND (DE4252347-3 · BNF (FRcb133276047 (data) · J9U (ENHE987007592863405171