In questo articolo verrà affrontato il tema Karashi in maniera dettagliata ed esaustiva, con l’obiettivo di fornire al lettore una visione completa e comprensibile di questo aspetto. Verranno esplorate le sue origini, la sua evoluzione nel tempo, le sue implicazioni nella società e la sua attualità. Allo stesso modo, verranno analizzati diversi punti di vista e verranno presentati dati e statistiche rilevanti a supporto delle argomentazioni presentate. Attraverso questa analisi, cerchiamo di offrire una prospettiva arricchente che invita alla riflessione e al dibattito.
Karashi | |
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Il karashi con nattō e cipolletta | |
Origini | |
Luogo d'origine | Giappone |
Dettagli | |
Categoria | salsa |
Ingredienti principali | semi di brassica nigra, brassica alba e brassica juncea |
Il karashi (芥子, 辛子, からし, o カラシ?) è un tipo di senape particolarmente piccante usato come condimento nella cucina giapponese. A differenza del peperoncino, il cui effetto agisce prevalentemente in bocca, il karashi stimola sensibilmente il setto nasale, e una dose eccessiva provoca una forte lacrimazione, con un effetto simile a quello del wasabi.
Il karashi si ottiene macinando i semi di brassica nigra, brassica alba e brassica juncea, mischiandoli e lasciando il composto a macerare in acqua tiepida a 40°. Il gusto piccante si deve all'assenza del frumento nel composto di base, presente in alcune delle senapi in vendita in Europa.
Viene utilizzato per insaporire i nikuman e i nattō, popolari snack nazionali, ed accompagna pietanze come l'oden, zuppa ristretta a base di dashi (brodo di pesce), e gli shumai, ravioli della cucina cinese popolari anche in Giappone.
Il karashi viene mischiato con la maionese e la salsa che ne deriva prende il nome karashi mayonēsu, oppure con aceto e miso per fare la salsa karashi su miso. Se aggiunto alle melanzane giapponesi sottaceto, il piatto prende il nome di karashi-nasu. Uno dei più apprezzati meibutsu della cucina di Kumamoto è il Karashi Renkon, una radice di loto ripiena di karashi che viene servita tagliata a fette.
La senape giapponese viene venduta in polvere o in tubetti che contengono una pasta cremosa simile a quella della senape in commercio in Italia. Il termine karashi indica entrambi i prodotti, mentre quello in pasta viene chiamato più propriamente neri karashi.
In commercio si trovano anche senapi non piccanti, simili a quelle che si vendono in Italia, chiamate yō garashi. Tutte le senapi in commercio in Giappone vengono chiamate karashi o mastādo (マスタード? trascrizione dell'inglese mustard, omonimo dell'italiano mostarda), e l'acquisto del prodotto desiderato richiede una certa attenzione. Al pari della senape, il karashi è profondamente diverso dalla mostarda italiana.