Nel mondo di Melissa officinalis esiste una vasta gamma di opinioni, studi e ricerche che ci permettono di entrare in un universo pieno di possibilità e scoperte. Dalle sue origini ad oggi, Melissa officinalis ha suscitato l'interesse e la curiosità di esperti e hobbisti. In questo articolo esploreremo i vari aspetti che rendono Melissa officinalis un argomento affascinante e attuale oggi. Dal suo impatto sulla società alla sua influenza in diversi ambiti della vita quotidiana, ci immergeremo in un viaggio affascinante per comprenderne l'importanza e la rilevanza nel mondo moderno.
Melissa officinalis | |
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Melissa officinalis | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Sottofamiglia | Nepetoideae |
Tribù | Mentheae |
Sottotribù | Salviinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Tribù | Mentheae |
Genere | Melissa |
Specie | M. officinalis |
Nomenclatura binomiale | |
Melissa officinalis L., 1753 | |
Nomi comuni | |
melissa, melissa vera, cedronella, erba limona, citraggine, appiastro, erba cedrata |
La melissa vera (nome scientifico Melissa officinalis L., 1753) è una piccola pianta perenne erbacea aromatica dai delicati fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiacee.
Il nome generico (Melissa, dal greco antico: μέλισσα?, mélissa, "ape") secondo la mitologia fa riferimento ad una ninfa che avrebbe inventato l'arte dell'apicoltura.. Joseph Pitton de Tournefort, un botanico francese, è stato il primo a nominare queste piante. L'epiteto specifico (officinalis) indica una pianta curativa o supposta medicinale.
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707–1778) nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 592. 1753" del 1753.
L'altezza di queste piante varia da (3) 5 a 8 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutte le parti di queste piante hanno un gradevole odore di limone e bergamotto.
Le radici sono secondarie da rizoma. Il rizoma normalmente è orizzontale.
La parte aerea del fusto è eretta e ampiamente ramosa. Gli spigoli dei rami sono ricoperti da setole patenti lunghe 6 – 13 mm. Ai nodi le setole formano dei ciuffi biancastri. Il resto della pianta è più o meno glabro, soprattutto alla base. I fusti sono a sezione quadrangolare (a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici).
La disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta a 2 a 2 e ogni coppia è disposta a 90° rispetto a quella sottostante. Sono picciolate con lamina a forma ovata e base ottusa (cuneata nella zona dell'infiorescenza). Le foglie inferiori sono più cuoriformi. I margini sono provvisti di 6 - 14 denti arrotondati per lato. La superficie è sparsamente pelosa. Il colore delle foglie è verde intenso nella parte superiore e verde chiaro nella parte inferiore. La consistenza delle foglie è lievemente membranosa, sono inoltre cosparse di cellule oleifere; il loro aspetto ricorda molto la pianta dell'ortica e il profumo è simile a quello del limone. Dimensione della lamina della foglie: larghezza 3 – 4 cm; lunghezza 4 – 5 cm. Lunghezza del picciolo: 2 – 3 cm.
Le infiorescenze è formata da verticillastri più o meno distanziati composti da 2 - 14 fiori peduncolati all'ascella di foglie normali. I fiori, a volte unilaterali, sono sottesi da bratteole a forma lanceolata e contorno intero. I fiori hanno un portamento nutante. Dimensione della lamina delle bratteole: larghezza 1,5 – 2 mm; lunghezza 3 – 7 mm. Lunghezza del peduncolo: 2 – 4 mm.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Lunghezza dei fiori: 8 – 15 mm.
Il frutto è un tetrachenio (composto da quattro nucule) racchiuso nel calice persistente. La forma è più o meno ovoidale. I semi sono sprovvisti di endosperma.
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Per l'areale completo italiano Melissa officinalis appartiene alla seguente comunità vegetale:
Descrizione: l'alleanza Arundo plinii-Rubion ulmifolii è relativa alle comunità dominate dalla specie Rubus ulmifolius e si sviluppa su terreni a varia ritenzione idrica. Si tratta di comunità con gradienti ecologici diversi in riferimento alla condizione idrica dei substrati. La distribuzione di questa alleanza è relativa all'Italia centro-meridionale e in generale all'area mediterranea europea.
Specie presenti nell'associazione: Clematis vitalba, Spartium junceum, Asparagus acutifolius, Arundo plinii, Arundo donax, Phragmites australis, Rubus ulmifolius, Urtica dioica, Rubia peregrina.
Altre alleanze per questa specie sono:
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Melissa è descritto nella tribù Mentheae (sottotribù Salviinae) appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia Lamiaceae viene chiamata Labiatae.
Il numero cromosomico di M. officinalis è: 2n = 32 e 64.
Non c'è unanimità nella definizione delle varie sottospecie di Melissa officinalis tra i vari Autori. Pignatti nella "Flora d'Italia" descrive una Melissa romana Miller che in altre checklist è considerata sinonimo di M. officinalis e in altre ancora sinonimo della sottospecie Melissa officinalis subsp. altissima (Sm.) Arcang., 1894. Di seguito vengono descritte brevemente queste varietà.
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Melissa officinalis è nota per le sue proprietà medicamentose ed è molto apprezzata anche come erba aromatica e per la preparazione di infusi dissetanti dal sapore di agrumi (che le è valso il nome di "cedronella"). Le parti usate sono soprattutto le foglie, ma anche i fiori e gli steli, raccolti subito prima o durante la fioritura. È stata largamente utilizzata nei secoli scorsi, in preparazioni specialistiche quali, per esempio, lo spirito di melissa, detto "acqua antiisterica" perché particolarmente utile per calmare il nervosismo nelle giovani donne. "Secondo la teoria delle signature la Melissa è pianta di Venere per eccellenza, cioè pianta medicinale per i disturbi femminili. Infatti, conosciuta fin dal Medioevo per le sue proprietà antiisteriche e sedative, è capace di curare disturbi gastrici e nausee da ipereccitabilità, amenorree e dismenoree di origine psichica". In fitoterapia, della melissa sono utilizzati soprattutto le foglie ma anche i fiori e gli steli. Negli estratti della pianta sono rintracciabili: triterpeni, acido caffeico, acido rosmarinico e vari flavonoidi (luteolina, quercetina, apigenina, campferolo). È inoltre ottenibile un olio essenziale contenente citrale, citronellale e cariofillene. Attualmente la Melissa officinalis viene impiegata come sedativo negli stati d'ansia con somatizzazioni viscerali ed irrequietezza ed anche in patologie dispeptiche gastroenteriche grazie alla sua azione spasmolitica e nella cura dell'emicrania.
Viene controindicata per i soggetti affetti da glaucoma e che soffrono di ipotiroidismo. Non sono noti studi clinici controllati in donne in gravidanza e allattamento in conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato senza prima aver sentito il parere del medico. (Guida Bibliografica ai più noti fitoterapici, Aboca 1999/2010)
Nell'uso popolare, la melissa viene apprezzata come erba aromatica: le sue foglie fresche sono usate per insaporire molti cibi. La conservazione della melissa viene fatta tagliando la pianta quando è ancora in fiore: si legano i rami in piccoli fasci e si appendono ad essiccare in un locale fresco e asciutto. Questo genere di pianta viene coltivata anche industrialmente: infatti, le foglie e i fiori freschi vengono raccolti due volte l'anno e distillati; il prodotto ottenuto è l'essenza di melissa che viene usata oltre che in profumeria anche nella preparazione di distillati come l'arquebuse, o di liquori come l'assenzio, la chartreuse o L'Ugo - Liquore di Melissa.
In cucina è utilizzata come erba aromatica e officinale per insaporire diversi piatti, è apprezzato l'odore di limone che emana strofinando le foglie. La melissa è una buona pianta mellifera, ma non si riesce a produrre miele per la presenza solo sporadica della pianta, sia coltivata sia selvatica.
La melissa si può facilmente coltivare in giardino con un qualsiasi tipo di terreno, i risultati saranno migliori se il terreno sarà fresco e leggero. Una zona parzialmente ombrosa è preferita. La semina avviene in primavera direttamente all'aperto. Si possono anche moltiplicare per divisione dei cespi interrando le piantine ad una distanza di circa 30 cm in modo che abbiano spazio sufficiente per crescere e infoltirsi; in questo periodo le piantine andranno annaffiate abbondantemente; solo quando le piantine avranno attecchito bene le annaffiature andranno ridotte in modo da non compromettere il contenuto aromatico delle piante.
La melissa in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh00004645 · GND (DE) 4231934-1 · J9U (EN, HE) 987007291051305171 |
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