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Figlio di Nello Carotenuto, attore del cinema muto, e di Corinna Santarnecchi, è il fratello minore di Memmo, anch'egli attore.
Attività teatrale
Il suo debutto sul palcoscenico avvenne a soli otto anni, al Teatro Costanzi di Roma, ma successivamente, ancora bambino, avrebbe svolto mestieri che con lo spettacolo avevano poco a che fare. Solo nella seconda metà degli anni quaranta iniziò la carriera di attore alla radio. Durante la seconda guerra mondiale Carotenuto entrò a far parte della compagnia teatrale dipendente dal reparto propaganda della 29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1) . Si dedicò quindi anche al teatro di rivista e nel 1953 era a capo di una sua compagnia.
Esordì come attore di cinema nel 1950, in un piccolo ruolo, nel film Abbiamo vinto! di Robert Adolf Stemmle. Conteso dai maggiori produttori e registi diede vita per più di cento film a un numero notevole di personaggi con caratterizzazioni memorabili, spaziando dalla commedia all'italiana e i film d'autore alla commedia sexy e i musicarelli.
In alcune pellicole fu anche protagonista, come l'ex ladro di Colpo gobbo all’italiana Nando Paciocchi che aiuta un metronotte romano a recuperare il bottino di una rapina nella banca da lui sorvegliata (film del 1962 diretto da Lucio Fulci nato da un'idea originale dello stesso Carotenuto).
Dagli anni sessanta fino al crepuscolo della commedia all'italiana, si dedicò a decine di pellicole comiche come caratterista, spesso in film leggeri, farse, parodie o musicarelli, consacrandosi come uno degli attori italiani più noti, ma non rinunciò all'interpretazione di ruoli di maggior spessore come ne Lo scopone scientifico, di Luigi Comencini, per il quale meritò il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista nel 1972. Nel 1974 partecipò al film La poliziotta con Mariangela Melato. Nel 1977 affiancò Monica Vitti in L'altra metà del cielo.
Attore sia comico sia drammatico, diede vita a personaggi spesso intrallazzatori, piacioni, inappuntabilmente vestiti in giacca e cravatta, interpretati aggiungendo molteplici sfaccettature, risaltandone i caratteri tendenti al malaffare: i vizi degli "italiani brava gente".
Pur non avendo bisogno di essere doppiato, Mario Carotenuto ha avuto comunque voce altrui almeno in un film, Capitan Fantasma: a prestargliela è stato il suo collega Luigi Pavese, mentre in Il padre di famiglia è stato doppiato da Enzo Liberti.
La morte
Morì all'Aurelia Hospital di Roma il 14 aprile 1995 a causa di un cancro; i funerali si sono celebrati il 18 aprile nella basilica di Santa Maria del Popolo al quale furono presenti tantissimi volti del cinema e dello spettacolo. Dopo la cerimonia funebre la salma è stata trasferita nel cimitero di Grottammare, la cittadina marchigiana di cui è originaria Gabriella Cottignoli, la seconda moglie dell'attore.
Vita privata
Nel 1953 sposò l'attrice e ballerina Luisa Poselli dalla quale l'anno successivo ebbe una figlia, Claretta, attrice e regista, così chiamata probabilmente in ricordo di Claretta Petacci (Mario Carotenuto in gioventù aveva aderito alle Waffen SS italiane). La separazione dalla moglie avvenne nel 1964, e i due divorziarono nel 1974.
Mario Carotenuto partecipò inoltre dal 1959 al 1965 agli sketch della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello (dei quali fu anche sceneggiatore nel 1961) che pubblicizzavano la camiceria del Cotonificio Vallesusa.
Giancarlo Governi e Leoncarlo Settimelli, Nato con la camicia. Mario Carotenuto dall'avanspettacolo a Brecht, Ed. Marsilio, 1997
Massimo Giraldi, Enrico Lancia, Fabio Melelli, 100 caratteristi del cinema italiano, Gremese Editore, Roma 2006.
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Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema, Per Mario Carotenuto, In occasione del centenario della nascita, Annuario del cinema online . URLArchiviato il 12 agosto 2020 in Internet Archive. consultato il 26 maggio 2018.